8 dic – Era prevedibile che, prima o poi, qualcosa del genere sarebbe successo. Solo i nostri governanti sono ciechi di fronte al malessere dei cittadini. Siamo a Cardito, in provincia di Napoli. Un uomo si cosparge di benzina ed è pronto a darsi fuoco. Gli agenti lo bloccano, tragedia scongiurata. L’obiettivo della protesta: bloccare l’apertura di un centro di accoglienza per immigrati in un appartamento in condominio con un unico ingresso e passaggio su un solo balcone. A concedere in fitto due alloggi è stato uno dei proprietari. Così l’altro si è scatenato.
«Sono arrivati con gli ultimi sbarchi in Sicilia, hanno bisogno di riposo e tranquillità», spiega Giulio Riccio, tra i responsabili del raggruppamento di cooperative Less di Napoli, che hanno partecipato a una gara di appalto ed affittato i due appartamenti nello stabile di via Donadio.
Ma Giuseppe, il capofamiglia che abita nello stabile, non ci sta e attacca: «Io mi troverei a condividere molti dei nostri spazi privati. Non è un problema di razzismo, ma non riusciamo a comprendere come si possa consentire che in un’abitazione privata possano entrare venti persone».
Alle 18 arriva l’autobus con gli immigrati e a presidiare la zona ci sono il reparto mobile della polizia arrivato da Napoli e pattuglie dei carabinieri. E proprio quando gli stranieri iniziano a scendere dall’autobus, Giuseppe inaspettatamente impugna una bottiglia di plastica contenente benzina e si versa tutto il contenuto addosso, davanti agli occhi increduli della moglie, dei parenti. Solo la prontezza degli agenti riesce a bloccarlo, a strappargli di mano l’accendino.