Varese, 7 dic 2014 – Un giardiniere 36enne di origine salvadoregna e’ stato posto in stato di fermo a Gallarate (Varese) per violenza sessuale ai danni della figlia poco piu’ che tredicenne della sua convivente, dalla quale ha avuto altri figli in tenera eta’.
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“I migranti, con la loro stessa umanita’, prima ancora che con i loro valori culturali, allargano il senso della fraternita’ umana“.[dividers style=”5″]
Lo ha detto il Papa nell’udienza i partecipanti al VII congresso mondiale della pastorale delle migrazioni[/callout]Le indagini degli investigatori del commissariato di Gallarate, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, sono scattate il 4 novembre scorso, dopo che il locale pronto soccorso pediatrico aveva segnalato l’arrivo della minorenne in stato di gravidanza accompagnata dalla madre, insospettita dal fatto che la 13enne fosse affaticata e in sovrappeso.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la ragazzina ha rivelato ai medici e agli agenti che il giorno del suo ultimo compleanno, approfittando dell’assenza della madre per motivi di lavoro, il patrigno, ubriaco, l’aveva costretta con la forza ad un rapporto non protetto, prima minacciandola pesantemente e infine, a causa della sua resistenza, violentandola.
Per paura delle ritorsioni che avrebbe potuto subire, oltre ad altre molestie verbali e fisiche di natura sessuale a cui era costretta a sottostare, la vittima non aveva rivelato a nessuno l’accaduto, accorgendosi pero’ piu’ di essere rimasta incinta e piombando in una solitaria disperazione. asca