6 dic 2014 – La Russia non e’ un Paese di omofobi, “contrariamente a certi Stati degli Usa”, ma preferisce “una famiglia tradizionale, sana”. Cosi’ Vladimir Putin si e’ difeso dalle accuse di chi sottolinea come l’omofobia in Russia sia prassi tacitamente incoraggiata dalle autorita’. “Coloro che tentano di appiccicarci un’etichetta sono poi proprio quelli che trasformano un orientamento sessuale in delitto penale“, ha dichiarato il presidente russo, citato dall’agenzia Tass, che ha visto in queste parole una chiara allusione ad alcuni Stati americani.
In Russia l’omosessualita’ era crimine perseguibile fino al 1993, poi fino al 1999 e’ stata trattata come malattia mentale. Oggi l’orientamento non eterosessuale non e’ piu’ nel codice penale, ma l’anno scorso e’ stata adottata una legge che permette di punire la “propaganda” omosessuale in presenza di minori. “Noi riconosciamo e non attacchiamo i diritti delle minoranze sessuali”, ha detto Putin incontrando gli esponenti del Comitato per i diritti dell’uomo presso la presidenza, “ma la famiglia tradizionale, la famiglia sana rappresenta la nostra scelta strategica“.