28 nov 2014 – Non si possono alzare muri contro i flussi migratori in arrivo in Europa dall’Africa. Occorre invece una strategia politica di lungo termine di tutta l’Europa capace di mescolare le dimensioni di politica estera, di sicurezza, di sviluppo e di cooperazione.
Questa la posizione espressa oggi dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al fianco del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier nella conferenza stampa tenuta durante i lavori del cosiddetto Processo di Khartoum. Un’iniziativa lanciata dall’Italia e che ha riunito oggi a Roma i 28 Stati membri Ue insieme a Libia, Egitto, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, Gibuti, Somalia, Kenya e Tunisia.
“Non si puo’ alzare un muro, anche se bisogna lavorare su controlli e sicurezza, non bastano le azioni di cooperazione, pur indispensabili, serve una strategia di lungo termine, perché e’ un pezzo della realta’ del nostro mondo con cui confrontarci, mescolando diverse politiche”, ha detto Gentiloni, ricordando che “la presidenza italiana dell’Ue ha messo al centro le politiche migratorie, non solo per rispondere all’emergenza umanitaria, ma per sottolineare che queste politiche hanno bisogno di un approccio comune dell’Unione europea, dell’intera Europa”.
Gentiloni ha precisato che “il processo di Khartoum formulera’ presto progetti specifici per il finanziamento dell’Unione europea”, sottolineando come il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, e il Commissario Ue per gli Affari Interni e le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, oggi presenti a Roma, hanno “hanno preso l’impegno a finanziare questa iniziativa“. “Nelle prossime settimane – ha concluso il capo della Farnesina – verranno definiti anche progetti congiunti Italia-Germania per dare ulteriore spinta a questo processo”.