27 nov. – La ricetta anticrisi del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, puntare sull’aumento del Pil, tutte le altre strade sono pericolose. “L’Italia continua ad avere un surplus primario positivo – spiega Padoan intervenendo al Senato – e il fatto che il debito Pil cresce dipende da considerazioni di ambiente macroeconomico avverso, ovvero alla recessione e al fatto che l’inflazione e’ lontana dall’equilibrio del 2%. Se avessimo un 2% di inflazione effettivo il debito sarebbe gia’ in discesa”.
“La via maestra per ridurre il debito sul Pil e’ accrescrere il Pil le altre sono soluzioni pericolose”. Nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione per l’anno di studi 2014/2015 della scuola di polizia tributaria del GdF spiega che saranno recuperati 3,5 miliardi con la lotta all’ervasione. “Nel disegno di legge di Stabilita’ 2015 sono contemplati interventi di contrasto all’evasione che consentiranno di recuperare risorse per circa 3,5 miliardi aggiuntivi rispetto al 2014”.
E se a qualcuno viene in mente di ribellarsi? L’occhio dei ‘Predator’ per la sorveglianza dell’ordine pubblico
“In Italia l’evasione fiscale sottrae all’erario ingenti risorse. Queste risorse potrebbero essere utilizzate dallo Stato per migliorare il bilancio pubblico, per ridurre la pressione fiscale e per perseguire obiettivi di equita’ sociale”
“Per contrastare efficacemente l’evasione fiscale su scala internazionale le misure unilaterali non sono sufficienti: dobbiamo mettere in campo risposte coordinate a livello globale”. E’ quanto ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “L’Italia – ha aggiunto – ha svolto un ruolo di primo piano per promuovere nella comunita’ internazionale prassi e norme efficaci in questo contesto. Al Consiglio Ecofin dello scorso 14 ottobre la presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea ha conseguito l’accordo politico per la revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa che incorpora nella legislazione europea uno standard per lo scambio automatico di informazioni, con effetti dal primo gennaio 2016 e scambi operativi nel 2017 per tutti gli Stati membri”.
Secondo il ministro tuttavia “per rendere operativi gli impegni internazionali dobbiamo adesso ultimare la legislazione nazionale, con misure poste gia’ in consultazione con gli addetti ai lavori del setto finanziario”. L’obiettivo del governo resta quello di ottenere lo 0,7% di proventi dalle privatizzazioni in tre anni. Nel caso di alcuni processi di privatizzazione “ci potrebbero essere conseguenze sull’aspetto occupazionale nella prospettiva di aumentare la valorizzazione” della societa’ da mettere sul mercato.
“Ma questo e’ tutto da verificare caso per caso – ha aggiunto – e tenendo conto sia degli strumenti a disposizione esistenti, sia di eventuali di nuovi strumenti che saranno introdotti per gestire la situazioni di transizione dal punto di vista occpuazionale”. I risultati delle privatizzazioni “sono inferiori a quelli inizialmente immaginati”. “Per esprimere il meglio del processo di valorizzazione di un’azienda che si appresta a essere esposta sul mercato – ha premesso Padoan – ci possono essere considerazioni che inducono a rallentare ma certamente non a interrompere il processo di privatizzazione. I risultati inizialmente immaginati sono inferiori a quelli realizzati – ha proseguito – una parte delle spiegazioni e’ data dalla dinamica macroeconomica e di mercato meno favorevolee anche perche’ si e’ preferito migliorare il processo di valorizzazione interna di quelle imprese per scegliere il momento ideale”. Padoan ha aggiunto che quest’anno “comunque, oltre alla quotazione di Fincantieri, e’ stata completata la operazione Rayway e quella di Cdp Reti. Sono inosltre stati approvati i due Dpcm che determinano i criteri per la privatizzazione di Poste e Enav”. “In un momento piu’ favorevole delle condizioni del mercato sara’ decisa la cessione di quote dell’Enel”. agi