25 nov – “Lo Stato Islamico estromette il ministro della Difesa Usa” il lungo hashtag in lingua araba lanciato dai seguaci del ‘Califfato’ su Twitter poco dopo l’annuncio delle dimissioni di Chuck Hagel, il capo del Pentagono.
“Oggi tocca al ministro della Difesa e domani toccherà ad Obama”, hanno scritti i seguaci dell’Is sulla piattaforma di microblogging. “Obama è in confusione, mentre il califfato in espansione”, ha ironizzato un jihadista sul web riferendosi al recente messaggio audio del leader dell’Is, Abu Bakr al-Baghdadi, il quale ha rivendicato che “i raid dei crociati non fermeranno l’espansione dello Stato islamico” nella regione.
A un passo da califfato globale, Isis è già qui
Nominato da Obama all’inizio del 2013, l’ex senatore repubblicano del Nebraska, veterano del Vietnam pluridecorato che aveva criticato la guerra di George Bush in Iraq, ha gestito il ritiro delle forze di combattimento dall’Afghanistan e la riduzione del bugdet del Pentagono. Ma ora “nei prossimi due anni sarà necessario un altro tipo di focus”, sottolineano le fonti del Times specificando che Hagel non è stato licenziato, ma è stato proprio il ministro ad avviare due settimane fa una riflessione con il presidente riguardo al suo futuro. E che i due hanno preso di comune accordo la decisione delle dimissioni.
Una ricostruzione dei fatti che però è in contrasto con quanto detto poche settimane fa da uno dei collaboratori di Hagel che era sicuro che il ministro avrebbe completato il mandato di Obama. Quindi la sua uscita di scena appare come un tentativo della Casa Bianca di rispondere alle critiche piovute su Obama per gli errori fatti sul fronte della sicurezza nazionale, non solo l’Is ma anche la crisi di Ebola.