Bologna: No a pubblicità sessiste e rispettare le convinzioni religiose

La pubblicità inoltre non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini

sessismo

 

18 nov – Era nell’aria. Ora arriva la delibera ufficiale, attraverso la quale il Comune di Bologna dice “NO” a immagini volgari, violente o sessiste nelle pubblicità affisse in città. E lo fa con una modifica al “Regolamento per l’applicazione dell’imposta di pubblicità e per l’effettuazione del servizio delle pubbliche affissioni”, per “promuovere comportamenti corretti tra gli operatori del settore”.

Nella seduta di lunedì 17 novembre il Consiglio comunale ha infatti approvato una delibera grazie alla quale, nei contratti aventi ad oggetto la gestione di impianti pubblicitari, verrà inserita un’apposita clausola che impone al contraente di accettare – e di far accettare agli inserzionisti pubblicitari che utilizzino quell’impianto – il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria e i principi in esso espressi in materia di dignità delle persone; la sottoscrizione di analoga clausola sarà richiesta ai committenti di una pubblica affissione.

Il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria impedisce il ricorso in pubblicità ad affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto o la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti. La pubblicità inoltre non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini e deve rispettare la dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere.

Soddisfatta la vicesindaco Silvia Giannini: “Con la modifica del Regolamento abbiamo raggiunto un risultato molto importante: Bologna potrà essere finalmente libera da pubblicità sessiste, che offendono la dignità delle persone. Ringrazio fin da ora gli operatori del settore che vorranno sottoscrivere il Codice di Autodisciplina e insieme a noi promuovere comportamenti e messaggi eticamente e moralmente corretti”.

bolognatoday.it

Stranamente (ma non tanto) questa decisione arriva a 48 ore dalla trasmissione report che ha messo sotto accusa Hera e il Comune di Bologna.