Cane non mangia cane, la solita solidarietà sinistra

HERA

 

17 nov – Hera è una delle più grandi municipalizzate d’Italia e gestisce luce, acqua, gas e rifiuti per 250 comuni in Emilia-Romagna, Marche, Veneto e Venezia-Giulia. La società ha sede in centro a Bologna in un’area industriale dismessa dove lavorano settecento persone.

Ancora una volta è Report, ad aprire gli occhi alla gente. La puntata andata in onda ieri sera ha riportato alla nostra attenzione lo stato di avanzato inquinamento in cui versa una delle principali sedi di Hera, sita nel centro di Bologna.

E’ stata la conferma a ciò che credevo fosse solo il sintomo di una dittatura, ma quando una società come Hera, che dovrebbe tutelare prima di tutto la salute dei lavoratori, non si accontenta di chiudere un occhio come nelle migliori tradizioni nostrane, ma li chiude tutti e due e lascia i dipendenti in condizioni di alto rischio per la loro salute, ne ho appunto avuto conferma.

Come nella migliore dittatura comunista, non risponde il Ceo di Hera, ma Virginio Merola in divisa di sindaco stalinista il quale, invece di fare pressioni per la bonifica immediata del sito e tutelare i cittadini e lavoratori – illudendosi forse di tranquillizzare – dice che l’area verrà bonificata nel giro di 3 anni. SI 3 anni, il tempo necessario per far accadere quello che forse non è avvenuto finora: ammalarsi seriamente.

Se Hera fosse stata un’azienda privata oggi le autorità avrebbero già posto i sigilli e non si capisce il motivo per cui invece, una grande azienda a maggioranza pubblica come Hera, non si sia neanche presa la briga di informare i 700 lavoratori della sede di via Bert Pichat sui reali rischi per la salute.

Una relazione della Conferenza dei Servizi tenutasi già a partire dal 2007 informava sulle condizioni di insalubrità dell’area e sconsigliavano la permanenza continuativa dei lavoratori in alcuni ambienti per più di due ore al dì. Ora, fermo restando che un’azienda deve tutelare prima di tutto la salute dei propri dipendenti, a Hera deve essere imposto il rispetto della salute dei lavoratori e l’immediata bonifica del sito.

Si stima che le spese di bonifica da dividere tra Hera e Comune di Bologna, nel suo ruolo di maggiore azionista, ammontino a circa 8 mln di euro. E’ questa spesa imprevista la ragione  del tempestivo intervento di Merola?  Non si capisce per quale motivo infatti parli di  intervenire in 3 anni e non immediatamente, dal momento che i fondi  ci sono in quanto negli ultimi anni Hera non ha avuto altro che utili ed ha distribuito dividendi da Paperon de Paperoni. Solo nel 2013 risultano pari a 128 milioni di euro (con rendimento del 5,5%).

@Armando Manocchia