13 NOV – La vicenda esodati è ufficialmente chiusa. L’Inps “ha salvaguardato tutti i 162.130 esodati creati dalla riforma Fornero”. Lo hanno annunciato oggi i vertici dell’Inps, il commissario Tiziano Treu e il direttore generale Mauro Nori, dopo l’incontro con i Senatori della commissione lavoro. Grazie a sei provvedimenti di tutela all’Inps risultano tutti tutelati i soggetti rimasti a ridosso della riforma delle pensioni in un limbo senza reddito.
Secondo l’Istituto di previdenza, i vecchi numeri (si era parlato di 390.000 esodati) sono stati sorpassati. “Certo quella che si chiude è la fase emergenziale” ha detto Nori. Una fase che ha creato tante polemiche e battaglie di cifre. Fuori dai 162.130 ci possono essere ancora altri “casi specifici” che saranno individuati da un censimento attraverso il monitoraggio condotto dal sito della commissione commissione senato, annunciato dalla senatrice Anna Maria Parente.
Ma si tratta di numeri residuali. Adesso però si prepara un nuovo fronte che riguarda coloro che perdono il lavoro in età avanzata ma non sufficiente per avere diritto a la pensione. “Adesso – afferma sempre il direttore generale – resta il problema di coloro che perdono il lavoro vicino alla pensione, ma non possono più essere inquadrati come esodati”.
Se, come afferma Nori, questo “è’ un problema che esiste dalla notte dei tempi”, è anche vero che, con la crisi in atto e con la flessibilità in uscita che il Jobs Act minaccia di rendere ancora più efficace, gli ultrasessantenni disoccupati privi di ammortizzatori sociali saranno la prossima emergenza sociale. I responsabili dell’Inps non usano toni allarmistici ma avvertono che “occorrerebbe una soluzione strutturale, un sistema che a regime trovi delle risposte” al problema.
Intanto sembra in via di felice soluzione anche il rischio di svalutazioni delle pensioni, per legge agganciate al Pil. In attesa della risposta dei Ministeri dell’Economia e del Lavoro alla lettera inviata dall’Inps per avere chiarimenti su come procedere al pagamenti degli assegni, l’Inps ha una sua interpretazione. “La legge non parla di svalutazione, ma solo di rivalutazione” ha affermato il commissario straordinario Tiziano Treu, ergo le pensioni non dovrebbero essere svalutate. Una interpretazione che sembra condivisa dal ministero del Lavoro ma sulla quale il Mef non si è ancora pronunciato. A favore di questa scelta concorre anche il fatto che, come sottolineato sia da Treu, sia da Nori “per ora non esiste il problema delle coperture” semmai potrebbe crearsi in seguito nel caso il Pil dovesse continuare a mantenere il segno meno.
TISCALI