Usura barista Anagnina: arrestato il pugile Domenico Spada
12 nov – Voleva rilevare il bar in zona Anagnina dove aveva lavorato come semplice dipendente. Un sogno prima fermato dal rifiuto delle banche di concedergli un prestito, e poi ‘affogato’ in un vortice usuraio che ha rischiato di rovinarlo dopo averlo costretto ad un anno di minacce e all’ipoteca sulla sua casa ai Castelli Romani. A ‘strozzare’ un 40enne romano quattro soggetti (due donne e due uomini, tutti di etnia rom) ritenuti responsabili di usura aggravata nei confronti dell’uomo ed arrestati alle prime luci dell’alba dai carabinieri del Gruppo di Frascati.
DENUNCIA AI CARABINIERI – Le indagini hanno avuto inizio nell’agosto 2013, quando la vittima, che voleva rilevare l’attività commerciale sulla via Tuscolana si è presentato ai Carabinieri per denunciare episodi di usura in suo danno. La vittima ha riferito di aver chiesto un prestito a una banca per poter rilevare il bar- tabacchi sito poco distante dall’Ikea.
STRADE ‘ALTERNATIVE’ – Non avendo ottenuto il prestito si è rivolto a una cittadina rom, riconducibile al “Clan Casamonica”. Il prestito iniziale di 20.000 euro, in breve tempo è divenuto insostenibile, con un tasso di interesse pari all’800 per cento circa. La vittima è stata indirizzata dalla stessa creditrice a un’altra donna, della stessa famiglia, la quale lo ha “aiutato” a saldare il primo debito ma ha applicato ulteriori interessi usurari.
RISCOSSIONE CREDITI – Infine, schiacciato anche da questa, sono subentrati due personaggi, sempre di etnia rom, della zona di Frattocchie – Albano Laziale, padre e figlio. Il figlio, Domenico Spada, pugile professionista ed ex campione del mondo pesi medi, anche attraverso l’intimidazione fisica, ha costretto il commerciante alla restituzione di quasi 600.000 euro a fronte di un prestito iniziale di 140.000.
PERDITA DELLA CASA – Oltre ad incassare tutti i proventi dell’attività commerciale, ove la vittima da titolare era divenuto, di fatto, un semplice dipendente, si è fatto “consegnare” anche una villa ad Albano Laziale attraverso un atto di vendita, di fatto a titolo gratuito.
VORTICE USURAIO – La ricostruzione degli inquirenti diretti dal tenente colonnello Marco Aquilio, ha consentito di accertare la veridicità del racconto della vittima che è così uscita dal vortice usurario in cui era piombata. Oltre un anno di indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno consentito di individuare compiutamente ben 4 usurai, nonché di tracciare le differenti responsabilità di ognuno.
SABBIE MOBILI DELL’USURA – Gli inquirenti sperano che l’operazione odierna porti anche altre vittime a convincersi che quella della legalità è l’unica strada da percorrere per poter uscire dalle “sabbie mobili” dell’usura. Soddisfazione è stata espressa dalla Procura Capitolina per la brillante operazione che ha sferrato un duro colpo all’usura romana.
.romatoday.it