Grillo show al parlamento UE: “non siamo in guerra con l’Isis, ma con la Bce”

Grillo tells president fix Italy or call another election

 

13 nov. -12 nov. – Contro tutto: l’integrazione, l’euro, la Germania. Contro tutti: i giornalisti, prima degli altri, ma anche Giorgio Napolitano. Beppe Grillo cala a Bruxelles per lanciare la sua campagna euroscettica, ma trova anche qualche osso piu’ duro del previsto. E alla fine se ne va dalla conferenza stampa.

“Senza di lui tutta questa mancanza di dignita’ economica e sociale non ci sarebbe stata”, esordisce riferendosi al Capo dello Stato. Contro il quale, non tralascia di ricordare, il Movimento Cinque Stelle ha presentato una richiesta di impeachment. In un profluvio di parole, che rischia di far passare in secondo piano il motivo ufficiale della sua presenza a Bruxelles (presentare il referendum antieuro), il comico passa quindi alla Bce e alla Germania. La prima merita una citazione degna di Bin Laden: “Noi non siamo in guerra con l’Isis, ma con la Bce”. Con la seconda l’atteggiamento e’ quasi identico: “I tedeschi offendono me e il Movimento, ma anche l’Italia, dimenticando che la mafia c’e’ anche in Germania ed e’ un paese corrotto”. La Francia, da parte sua, riceve “la piu’ grande tangente d’Europa” sotto forma di un Europarlamento che si sposta tra il Belgio e Strasburgo. L’Italia invece deve “riprendere la propria sovranita’ nazionale”, con “la Banca d’Italia che torna a stampare la nostra moneta nella nostra terra”.
Aula gremita di curiosi, eurodeputati e giornalisti.

Grillo, dopo il suo intervento, pare dia la parola non ad un esponente della terza categoria, ma ad un solidale di nazionalita’ britannica. I giornalisti non gradiscono, perche’ l’Europa sara’ pure una sentina di vizi ma certe regole vanno rispettate. In particolare, uno si alza dai banchi in fondo e fa presente il suo punto di vista con una veemenza da far invidia all’ospite venuto da Genova (per la cronaca: e’ un giornalista italiano).

L’ospite si indispettisce. “Lei dovrebbe pensare a trovarsi un lavoro, perche’ le sovvenzioni pubbliche ai giornali stanno per finire”, cerca di zittirlo. Poi, evidentemente indispettito, si alza e se ne va. Applausi per lui da parte degli eurodeputati presenti, applausi per il giornalista da parte dei suoi colleghi.
Da lontano, a Roma, Giorgio Napolitano – il primo ad essere sottoposto agli attacchi grillini – guarda con distacco. Ieri il Financial Times gli ha dedicato un profilo piu’ che lusinghiero. Oggi il Presidente si dedica ad un elogio della stabilita’. “Abbiamo il record mondiale dei cambiamenti di governo”, dice, “e’ un record che cederei volentieri ad altri”.
Di lavoro da fare, in Italia, ce n’e’ ancora molto.(AGi) .