Imola, 9 nov 2014- A Bofogna, anche il prefetto e il questore sono formattati?
Ai formattati del pensiero unico in relazione alla tentata visita di Matteo Salvini al campo zingari di via Erbosa, in quella che invece di rappresentare Bologna la dotta e la grassa, rappresenta la Bologna insicura e del degrado, in una sola parola: Bofogna.
Rispondo a cazzari, formattati e zecche che scrivono commenti sui diversi social confermando, ove ce ne fosse bisogno che, per vivere ostinatamente nel più rissoso e volgare autocompiacimento, non è necessario l’uso del cervello.
Dunque i teppisti e i loro sostenitori non si chiedono perchè dobbiamo avere in città un campo zingari così degradato.
Non si chiedono per quale motivo dobbiamo pagare le utenze, ma si domandano: che cosa ci faceva Salvini lì? Perchè c’è andato?
I cultori della loro libertà poi, invece di chiedersi che cosa ci facevano lì quei teppisti, fancazzisti, squadristi e figli di papà a libro paga di sinistri, partigiani, sindacati, organizzati di tutto punto per creare caos, danneggiamenti, violenza e scontri, si sono posti la domanda piu’ adatta alla cronica carenza di materia grigia che li affligge: che cosa cosa è andato a fare Salvini al campo zingari?
E poi si sono dati la risposta adeguata alla cretinaggine della domanda: è andato apposta per fare una provocazione!
Nel video un bipede rosso, confermando la sua IMMATURITA’ SOCIALE e irresponsabilità, si atteggia pure a vittima!!
Il ‘provocatore’ Salvini però, oltre ad essere un cittadino italiano (che come tale deve poter accedere in una struttura pubblica), per il gravissimo fatto di essere stato eletto – e non nominato attraverso un golpe – è anche un europarlamentare di quella cloaca da loro tanto amata e chiamata Ue. Come tale, più di ogni cittadino, ha il diritto, anzi il dovere, di andare ovunque ritenga opportuno SENZA ESSERE AGGREDITO
Alcuni dei mandanti ideologici
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Per di piu’, Salvini il ‘provocatore’ non è andato lì a sorpresa. Tutti, anche i sassi, sapevano che sarebbe recato a visitare il campo zingari che l’amministrazione stalinista meroliana considera un fiore all’occhiello per la città e una medaglia sul proprio petto. Sarà sicuramente a causa del loro degrado mentale, ma perchè queste zecche non si chiedono anche come mai non ci fossero le forze dell’ordine? Anche il prefetto e questore sono formattati?
IL TEPPISTA PIAGNONE SUL COFANO DELL’AUTO DI SALVINI
Domani Salvini sarà a Imola e – a parte venire a salutare me – andrà in quel luogo di ladrocinio chiamato Terremerse, una specie di Bce degli agricoltori che aveva a capo il condannato Giovanni, fratello del condannato Vasco Errani, osannato dai sinistronzi per oltre un ventennio.
Successivamente, squadristi organizzati permettendo, andrà a visitare una struttura dell’Ausl di imola, attivata per 30 SCHIAVI, DETENUTI a causa delle politiche razziste, frutto della devastante ideologia IMMIGRAZIONISTA della sinistra nostrana ed eurocriminale. Qui si trovano trenta ‘poverini‘ originari del Bangladesh (Paese libero ove non ci sono guerre in corso) e i cazzari, fancazzisti, razzisti e comunisti, dovrebbero spiegare per quale motivo – noi che abbiamo una miseria che fa i bambini – dobbiamo ospitarli e mantenerli nell’ozio, senza impegnarli in lavori socialmente utili, o in corsi di educazione civica, o lezioni per a imparare la lingua, le leggi, gli usi, costumi e tradizioni di questa ex Nazione. Gli ospiti in stato di DETENZIONE, con la spesa di 34 euro al giorno, vanno a rimpinguare le casse delle coop rosse che così possono elargire donazioni al partito.
Per essere chiari: I 30 clandestini DETENUTI alla Pascola, struttura dell’Ausl di Imola gestita dalla coop rossa il Solco, arrivano dal Bangladesh, un Paese la cui liberazione risale al 1971 e che oggi non è affatto in guerra, ma è una Repubblica popolare talmente moderna che già nel 1991 ebbe a eleggere una donna Premier. Questi 30 clandestini se fuggono, fuggono da pene che devono eventualmente espiare altrimenti, come molti altri, sono qui solo per approfittare del nostro male diffuso, il coglionismo della sinistra, sostenuti dagli opportunisti che si dichiarano liberali o di destra e che non sono né liberali né di destra.