5 nov 2014 – Nonostante l’esodo dello scorso agosto, migliaia di civili iracheni yazidi sono ancora bloccati sul Monte Sinjar, minacciati dai jihadisti dello Stato islamico contro cui e’ impegnata una forza di circa 2.000-3.000 combattenti, composta da yazidi, peshmerga e curdi siriani delle Unita’ di protezione del popolo (Ypg). “Gli yazidi sono intrappolati sulla montagna, circondati dall’Isis, e non c’e’ modo di raggiungerli”, ha detto al Daily Beast Nuri Khalaf Elias, leader della tribu’ Hababa di Sinjar, in missione a Washington con altri esponenti del popolo yazida per chiedere maggiore assostenza.
I leader yazidi hanno stimato tra 6.000 e 7.000 i civili intrappolati sul Monte Sinjar insieme ai 2.000-3.000 combattenti. “C’e’ scarsita’ di cibo, ci sono pochi aiuti, e loro sono in una situazione disperata”, ha aggiunto Elias. Secondo quanto riportato anche da Foreign Policy, i jihadisti hanno lanciato una nuova offensiva con l’arrivo dell’inverno: il 20 ottobre scorso hanno attaccato con mortai, razzi e veicoli blindati, conquistando altre due citta’ e costringendo la popolazione e i combattenti a ritirarsi verso la cima del Monte, tagliando al contempo ogni via di rifornimento umanitario e militare.
Solo il 29 e il 30 ottobre, ha raccontato il Foreign Policy, la coalizione internazionale ha lanciato raid aerei attorno a Sinjar, distruggendo 10 veicoli dell’Isis e uccidendo 60 jihadisti, a sostegno dell’offensiva curda per riconquistare la zona. Un portavoce del ministero dei Peshmerga, Helgurd Hikmet, ha sottolineato al Foreign Policy come la riconquista della citta’ di Sinjar e dell’intera zona sia una priorita’ per le forze curde: “Non si puo’ salvare Sinjar senza prima salvare Rabia e Zumar. Ora le abbiamo riprese e abbiamo mandato forze a Kobane. A Dio piacendo, ora possiamo concentrarsi su altre aree, compresa Sinjar”
Alla fine di ottobre i peshmerga hanno riconquistato Zumar, situata 60 chilometri a nord-est di Mosul, dopo aver strappato ai jihadisti Rabia, localita’ strategica per il passaggio di miliziani e rifornimenti tra Siria e Mosul.
Video – Miliziani ISIS comprano e vendono donne al “mercato degli schiavi”
La delegazione yazida in missione a Washington ha anche ricordato le migliaia di donne ancora in mano all’Isis, molte delle quali vendute come schiave. “I nostri ostaggi, bambini, donne e ragazze, tra 4.000 e 5.000, sono stati catturati dall’Isis e mandati in altre zone. Abbiamo bisogno di aiuto per liberarli – ha detto al Daily Beast Sameer Karto Babasheikh, figlio del leader del Consiglio religioso yazida – a Mosul hanno aperto un mercato per vendere le ragazze yazide. Alcune di loro sono finite a Fallujah, altre sono state portate in Arabia Saudita e a Raqqa, in Siria”.
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E proprio per quanto riguarda la sorte degli yazidi tenuti in ostaggio dall’Isis, l’agenzia di stampa curda Rudaw ha riferito oggi della liberazione di 234 di loro, attraverso il pagamento di 1,5 milione di dollari. Stando a quanto precisato dal coordinatore speciale per gli yazidi del governo curdo, Nuri Osman, “sono state salvate 234 persone, 150 donne e 84 uomini” spesso facilitando la loro fuga, altre volte pagando “una sorta di riscatto”, attraverso l’aiuto di “diversi mediatori”. Trenta delle persone liberate erano gia’ state trasferite in Siria. Tra le persone liberate figurano quasi 40 donne con meno di 14 anni, oltre a bambini di sei mesi, due e quattro anni, ha precisato Osman, riferendo anche di una “squadra di medici e psicologi che aiuta i sopravvissuti una volta tornati”. Perche’ ci sono donne che hanno subito stupri, ma anche uomini che sono stati picchiati in modo violento, e tutti sono stati accolti con affetto dalla loro comunita’. “Non sono stati stigmatizzati – ha sottolineato – e’ stato un momento di gioia”. asca