“La doccia gelata l’hai fatta ai malati”: Renzi taglia 100 milioni per i malati di Sla. Qui il video >>
ROMA – Ventitré agosto 2014. Camicia e pantaloncini azzurri, sullo sfondo il giardino di un hotel di Forte dei Marmi e in primo piano un secchio rosso pieno di acqua gelata. Poi, il rito: la secchiata d’acqua in testa – gesto diventato sui social simbolo solidarietà per i malati di Sla – e la “nomination”. Al primo posto Roberto Baggio, da sempre attento alla ricerca e alle cure per i meno fortunati. Al secondo Paolo Livioli, medico del servizio sanitario nazionale che si occupa dei malati di Sla. Al terzo il mondo dell’informazione perché “sarebbe il segno che di Sla non si parla solo quando ci sono gesti come questo”. A “impugnare” il secchio, quel giorno, durante una vacanza estiva, era Matteo Renzi, il presidente del Consiglio. Un gesto simbolico, apprezzabile, di sicuro spinto da sentimenti nobili. A “impugnare” il secchio, invece, oggi sono quei malati di Sla che lo stesso premier chiedeva di difendere e non abbandonare, dimenticare.
Martedì i malati di Sla, quasi tutti disabili e impossibilitati a muoversi, saranno davanti al ministero dell’Economia per protestare contro le ultime decisioni del governo. Il motivo di tanta rabbia è presto detto: la legge di stabilità, votata con la fiducia all’esecutivo, ha deciso il taglio di cento milioni di euro dal “Fondo nazionale per le non autosufficienze”.
Tra i manifestanti ci sarà Salvatore Usala, presidente del “Comitato 16 ottobre”, cagliaritano affetto da Sla ormai allettato, che ha lanciato nei giorni scorsi un messaggio molto duro al premier. “L’anno scorso abbiamo conquistato trecentocinquanta milioni di euro, frutto di dure lotte e un morto”, ha ricordato Usala a Renzi attraverso la voce elettronica che gli permette di parlare. “Quest’anno la doccia gelata non l’hai fatta per i disabili, l’hai fatta tu ai disabili – ha recriminato – Hai tagliato cento milioni dai nostri fondi, una vergogna. Ripristina il fondo – ha chiesto Usala – e anche noi vogliamo gli ottanta euro. Meglio morti – ha concluso drammaticamente – che abbandonati”.
Anche l’Aisla, l’associazione nazionale che riunisce i malati di Sla, si è espressa in maniera molto dura dopo un incontro avvenuto al Ministero del Lavoro e del Welfare- “Il governo ha ribadito l’intenzione di tagliare cento milioni di euro dal Fondo per le non autosufficienze che è fondamentale per garantire un sostegno per l’assistenza domiciliare a migliaia di malati gravi e non autosufficienti, tra cui le seimila persone che in Italia sono affette da Sla. Questa decisione, se confermata, lascerebbe senza aiuto e sostegno migliaia di malati e famiglie, già provati dalle difficoltà, anche economiche, determinate dalle malattie, con pesanti ricadute sociali”.
Non è la prima volta che i pazienti affetti da Sla scendono in piazza. E proprio durante una di queste proteste ci fu la tragedia che Usala ha ricordato a Renzi. Era il ventiquattro ottobre, governo Letta, e Raffaele Pennacchio – anche lui del “Comitato sedici ottobre”, morì poco dopo una protesta al ministero. Morì chiedendo che gli venisse riconosciuto un diritto.
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In compenso Renzi ha trovato 187 milioni di euro in piu’ per i clandestini, 140 milioni per i forestali della Calabria e 10 milioni per radio radicale