Cagliari, 1 nov. – Nella scuola lavorano due bidelle rom e i genitori degli alunni si ribellano: “I nostri bambini non frequenteranno mai istituti dove lavorano due che provengono da un campo nomadi”, hanno protestato indignate una quarantina di mamme. Succede a Monserrato, centro di 22mila abitanti limitrofo a Cagliari, dove decine di cittadini si sono rivolti al sindaco Gianni Argiolas per chiedere spiegazioni contestando la presenza delle due donne anche perche’ “non era inserita nel Piano di offerta formativa…”.
Il caso, riportato dal quotidiano L’Unione Sarda, vede come protagoniste Vasvja Severovic – vedova con sei figli, fotografata sorridente affianco a una lavagna – e l’amica Sena Halilovic. Le due donne sono state inserite in un progetto di formazione professionale e integrazione finanziato con risorse europee ottenute dalla Fondazione Anna Ruggiu che le ha proposte al Comune per un percorso di lavorativo per l’inserimento sociale.
“Essendo al corrente delle carenze di organico nelle scuole elementari e medie”, ha spiegato all’Agi il primo cittadino di Monserrato, “ho chiesto al preside di far lavorare le due donne per un mese. Ma oltre che nelle scuole, verranno impiegate in altri settori dell’amministrazione per far conoscere loro il mondo del lavoro ai fini della loro integrazione“.
Contro questa scelta si sono schierate decine di mamme, solo una minoranza delle quali – ha voluto sottolineare il primo cittadino – hanno riproposto i peggiori stereotipi razzisti: “Non le vogliamo perche’ sono sporche, puzzano, fanno paura ai bambini e si vestono in modo strano con quelle gonne lunghe…”. Il sindaco assicura che si tratta di pochi casi che, pero’, “vanno sicuramente condannati”.
Nel frattempo il progetto – che coinvolge anche il centro limitrofo di Selargius dove viene ospitato un altro campo rom – va avanti cosi’ come le due donne nonostante lo sconcerto: “Rubare ovviamente non si puo’, chiedere l’elemosina non sta bene e se lavoriamo e’ ancora peggio”, commenta sconsolata Vasvja Severovic rivolgendosi alla giornalista del quotidiano di Cagliari che l’ha intervistata. (AGI) .
D’accordo, vanno incoraggiati a lavorare, ma perche’ proprio come bidelle, dopo tutto quello che si dice sui “rom” che spesso maltrattano i bambini?
Che lavorino onestamente è una buona notizia. Che siano privilegiate rispetto agli italiani in una regione di fortissima disoccupazione, è una semplice ingiustizia.
La legge NON è uguale per tutti.
Almeno avessero la decenza di non scrivere una tale sciocchezza in tribunale.
Credo che mustafa abbia ragione. Insorgere contro un lavoratore perche’ ROM non e’ giusto. Prima va valutato e se si comporta come gli altri di diversa etnia perché mandarlo via ? Così saranno sempre emarginati contro il nostro interesse.
Cosa? Una volta che gli zingari si decidono a lavorare, vanno incoraggiati a continuare.
che cosa? progetto d’integrazione? finanziato dall’ue? e la nostra gente, che muore di fame per mancanza di lavoro, chi la finanzia????
Non sarebbe possibile tenere isolate tali mamme, un genitore con un livello d’ignoranza sociale così alto io ritengo non sia in grado di svolgere il ruolo di genitore…..
MA COSA STAI DICENDO IDIOTA FATTI RICOVERARE,INVECE DI ISOLARE LE MAMME —PERCHE INVECE NON DIAMO LAVORO A NOSTRI CHE PAGANO LE TASSE E CHE NON RUBANO