Artigianato: Crisi, tasse e burocrazia, in cinque anni perse 91mila imprese

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31 ottobre – In cinque anni tra il 2009 e i primi nove mesi del 2014 l’artigianato ha perso oltre 91 mila imprese, di cui la meta’ attiva al Nord, con vere e proprie ‘emorragie’ in Lombardia (-12.496 imprese), Emilia Romagna (-11.719), Veneto (- 10.944) e Piemonte (-8.962).

E’ il quadro fotografato dall’Ufficio studi della Cgia, che ci descrive una situazione molto pesante, anche se non mancano alcuni segnali positivi. I settori artigiani che in questi ultimi anni di crisi hanno subito la contrazione numerica più pesante sono le costruzioni/installazione impianti (-42.444), le attività manifatturiere (- 31.256), i carrozzieri e le autofficine (- 15.973).

Alla base della crisi alcuni elementi struttrali come l’aumento del costo dell’energia elettrica, che secondo i dati forniti dall’Ufficio studi della CGIA tra il 2008 e il 2013 è cresciuto di oltre il 21 per cento, mentre quello del gasolio di quasi il 23,5 per cento. Costi che si sommano ai ritardi negli incassi con la Pubblica amministrazione che ha allungato i tempi di pagamento ai propri fornitori di ben 35 giorni. Sul fronte del credito dall’inizio della crisi gli affidamenti bancari alle imprese con meno di 20 addetti sono diminuiti del 10 per cento. In termini assoluti alle micro imprese sono stati ‘tagliati’ 17 miliardi di euro di impieghi.

Infine, le tasse e la burocrazia. La pressione fiscale Per le micro imprese il carico fiscale supera abbondantemente il 50 per cento. Perfino il peso degli adempimenti burocratici – osserva la Cgia – ha assunto un livello non più sopportabile. Secondo i dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la burocrazia costa al mondo delle imprese italiane 31 miliardi di euro all’anno. Ciò implica che su ogni impresa grava mediamente un costo annuo pari a 7 mila euro.

Ma la forza dell’artigianato, osserva la Cgia, è ancora viva e capace di traguardare il futuro oltre la crisi, grazie anche all’apporto delle nuove generazioni. Come ricorda Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre “i giovani, soprattutto nel comparto casa, costituiscono la maggioranza degli addetti”.

”In alcuni settori come il tessile, il calzaturiero, l’agroalimentare, ma anche la meccanica – conclude Bortolussi – siamo nella condizione di poter gareggiare con chiunque, sia in Italia che all’estero. Laddove sono necessari eccellenza, intelligenza, creatività, cultura ed alta specializzazione non abbiamo rivali”.

Nel frattempo, alla Camera, pasano il tempo così

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