30 ott. – L’Italia ha una “visione non puramente economicistica dell’Unione”, ma “come motore di sviluppo, di stabilita’ e di democrazia teso a proiettarsi nel suo vicinato e oltre”.
Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del brindisi pronunciato durante la visita al Quirinale dell’omologo polacco Bronislaw Komorowski.
“Circondati da aree di forte instabilita’ e alle prese con una crisi economica che ha drammaticamente prodotto 26 milioni di disoccupati, i popoli europei si interrogano sull’avvenire, domandandosi se il progetto di integrazione sia ancora la risposta ai loro problemi. E’ un interrogativo che si comprende possa diffondersi, in particolare tra le giovani generazioni, che per la prima volta dopo decenni intravvedono un futuro con poche opportunita’ e ancor meno garanzie”, ha spiegato.
“Ci rifiutiamo di considerare l’Europa come un continente in declino e privo di prospettive di sviluppo ; ed e’ per questo che la Presidenza di turno del nostro Paese intende contribuire a delineare risposte concrete ai problemi dei cittadini, riguadagnandone la fiducia, smentendo i profeti di sventura e non cedendo alla fallace illusione del ritorno a un passato di piccole sovranita’ nazionali che in realta’ non hanno piu’ cittadinanza nel mondo globale e interdipendente di oggi”
ha continuato il Capo dello stato, “Intendiamo farlo insieme alla Polonia, che condivide con noi le forti spinte ideali del primigenio progetto europeo basato sulla pace, sulla solidarieta’, sulla vicinanza delle Istituzioni ai cittadini e sull’armonico sviluppo di una societa’ dei diritti e delle liberta’”.
“Roma e Varsavia hanno in comune una visione non puramente economicistica dell’Unione, che vedono come motore di sviluppo, di stabilita’ e di democrazia (????) teso a proiettarsi nel suo vicinato e oltre”, ha precisato, “La costruzione di una credibile politica europea di sicurezza e difesa – basata su una solida collaborazione con la Nato – e la prosecuzione del graduale processo di allargamento restano punti qualificanti della nostra comune azione all’interno delle istituzioni europee ed atlantiche”.
“Un vasto arco di crisi e di instabilita’, che va dalla Libia fino ai confini della Turchia, minaccia direttamente, e nell’immediato, la nostra sicurezza e quella dei popoli vicini.
In soli dieci mesi sono approdati sulle nostre spiagge piu’ di 140.000 disperati, mentre migliaia trovavano la morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo”, ha detto ancora il presidente della Repubblica.
“Affrontare problemi di questa magnitudine e di tale natura con le sole risorse e forze italiane, cosi’ generosamente impegnate nell’ultimo anno, non e’ possibile. Il Mediterraneo non e’ un problema italiano, ma europeo, cosi’ come l’Ucraina non e’ un problema polacco o baltico, ma europeo”, ha aggiunto.(AGI) .