28 ottobre – E’ durata tre ore la deposizione a porte chiuse del presidente della Repubblica Napolitano davanti alla corte d’assise di Palermo. Durante l’udienza per la presunta trattativa Stato-mafia il presidente della Repubblica avrebbe risposto a diverse domande delle parti senza avvalersi della facoltà di non rispondere in base alle prerogative del Capo dello Stato.
Comunicato del Quirinale: “Napolitano ha risposto alle domande” – In un comunicato del Quirinale ha precisato che Napolitano “ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa”. Versione confermata dall’avvocato Basilio Milio. Secondo il difensore del generale Mori, Napolitano ha risposto a tutte le domande che gli sono state fatte dai Pm e dai legali.
Il capo dello Stato non si è sottratto nemmeno davanti ai quesiti ritenuti inammissibili dal presidente della Corte d’assise. “La Presidenza della Repubblica – recita il comunicato – auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l’acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all’opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità”.
La parola “trattativa” non è mai stata usata – Inoltre, secondo quanto riferito da un legale della difesa al termine dell’udienza, “la parola ‘trattativa’ non è mai stata usata”. L’avvocato Ettore Barcellona, legale di parte civile, ha aggiunto: “Nessuno gli ha fatto una domanda specifica sull’esistenza di una trattativa. Gioivanni Airò Farulla, avvocato del Comune di Palermo, ha detto che “Giorgio Napolitano ha riferito che, all’epoca, non aveva mai saputo di accordi“.
Il legale di Riina: “La Corte non ha ammesso la domanda su Scalfaro” – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto anche ad alcune domande poste dal legale di Totò Riina. Il presidente della Repubblica “ha tenuto sostanzialmente a dire che lui era uno spettatore di questa vicenda“, ha riferito l’avvocato Luca Cianferoni. “La Corte non ha ammesso la domanda più importante”, quella sul colloquio tra il presidente Napolitano e l’ex presidente Oscar Luigi Scalfaro quando pronunciò il famoso “non ci sto!”, ha precisato il legale di Riina spiegando che “questa domanda non ha trovato il diniego di Napolitano ma quello della Corte che non l’ha ammessa”. TISCALI
Sempre secondo Cianferoni, il capo dello Stato “ha consultato delle carte durante la deposizione: lui ha avuto modo di avere quelle carte che il 15 ottobre sono arrivate dai pm di Firenze e che a noi parti private hanno richiesto una certa attività. Questo un teste normale non può farlo”.
L’avvocato di Marcello Dell’Utri: “Clima sereno” – “Il clima è stato più che sereno ed il presidente della Repubblica disponibilissimo”, ha detto l’avvocato Giuseppe Di Peri, legale di Marcello Dell’Utri, ha commentato la deposizione del presidente della Repubblica. “Come prevedevo, tanto che avevo chiesto la revoca della testimonianza – ha aggiunto – non credo che questa testimonianza sia stata tanto utile come ritenevano i pm”.