28 ott. – Secondo il racconto di un dipendente, Giuseppe Gravante, 75 anni, alla guida della Nat.Ali.srl di Gioia Sannitica, localita’ Fossolagno, storico patron dei marchi ‘Foreste Molisane’ e ‘Latte Matese’, minacciandoli di licenziamento, costringeva alcuni suoi lavoratori dell’azienda agricola a indirizzo zootecnico a smaltire, direttamente nel fiume Volturno, degli effluenti dell’allevamento di bestiame e dei reflui provenienti dalle sale di mungitura.
A svelarlo una indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere, pm Raffaella Capasso, delegata al corpoforestale dello Stato di Caserta. Sempre nel fiume, finivano le acque di lavaggio delle stalle e delle sale di mungitura, addizionate a prodotti detergenti e acidi “di notevole intensita’”, scrive la procura in una nota. E rifiuti speciali finivano interrati o bruciati. Gravante, storico imprenditore casertano impegnato da oltre quaranta anni nel settore zootecnico per la produzione di latte, gia’ titolare dell’originario marchio del “Latte Malese”, non solo ha vari allevamenti dislocati nel comune di Gioia Sannitica, ma, nel medesimo complesso aziendale, dell’estensione di oltre 500 ettari, e’ proprietario anche di una centrale del latte, dove, fino al novembre dello scorso anno, avveniva la trasformazione e l’imbottigliamento di latte vaccino, rivenduto con il marchio commerciale ‘Foreste Molisane’.
Le indagini sono partite dai racconti di un ex dipendente che si e’ autodenunciato, ammettendo di aver preso parte, per lunghi anni, a questo smaltimento illecito.
Un dipendente ha dichiarato che, all’epoca della centrale del latte, e comunque dal 1994 fino al 2008, ogni giorno si sono interrati e bruciati, su una superficie di circa 100 metri quadrati e a una profondita’ di circa 3 metri, tutti gli scarti dell’azienda (bottiglie in tetrapack, in p.e. e in pet, nonche’ etichette di carta e plastica), per un equivalente di circa 6,5 quintali al giorno. Naturalmente per un risparmio sui costi di smaltimento, che si aggiravano sui 30 centesimi circa al chilo, oltre i costi di trasporto e affitto dei cassoni, quantificato in in 72mila euro l’anno, circa un milione in 15 anni.
Il comune di Gioia Sannitica, nel 2007, ha conferire a Gravante la cittadinanza onoraria, in quanto “re del latte”.