27 ottobre – Nuove verità intrise di altri misteri emergono sulla morte della giornalista del Tg3, Ilaria Alpi. Da documenti riservati del Sismi, in particolare i rapporti di un agente segreto inviato in Somalia all’epoca dell’omicidio della giornalista del Tg3 e del suo operatore Miran Hrovatin, emerge che su quell’omicidio ci fu una volontà precisa di insabbiare quanto realmente accaduto.
Secondo quanto scrive La Stampa, lo 007 avrebbe scritto in un suo rapporto una frase eloquente e inquietante allo stesso tempo: “Come appare evidente la volontà di Unosom (il comando Onu, ndr) di minimizzare sulle reali cause che avrebbero portato all’uccisione della giornalista italiana e del suo operatore“.
Cancellature – Il documento peraltro, il cui accesso è reso possibile dalla desecretazione dei documenti riservati, oggi reperibile sul sito della Camera, è scritto a mano e pieno di cancellature. Delle parti cioè sarebbero state volutamente cancellate – “sbianchettate” come scrive il giornale torinese – dal Sismi all’arrivo in Italia, perché? Mistero.
I fatti – Nei giorni del duplice omicidio, secondo quanto si apprende, il contingente italiano di stanza in Somalia lascia la capitale Mogadiscio e lo stesso fanno i servizi segreti che ritirano tutti i loro agenti. Tranne uno. Che ogni giorno inviava a Roma via fax un rapporto sulla situazione. Quello che emerge però è che, battendolo a macchina, il Sismi abbia poi fatto sparire, stando almeno a quanto scritto dal giornale di Mario Calabresi, ogni riferimento all’omicidio della giornalista e dell’operatore.
Occultamenti – Secondo quanto scrive il giornale torinese, nonostante fosse chiaro che la donna fosse rimasta vittima di un’esecuzione in piena regola, ogni riferimento venne cancellato dal rapporto. Eppure lo stesso scritto evidenziava come l’Onu facesse finta di non capire. All’Italia del resto era stato avanzato, proprio dall’Onu, “l’esplicito divieto di trattare l’argomento e di avanzare ipotesi sui probabili mandanti”.
La mamma: i segreti restano segreti – La mamma di Ilaria Alpi, Luciana, nonostante le ultime rivelazioni, si dice sempre più scoraggiata. “Dopo 20 anni – ha detto – sono pessimista e mi pare di avere e mi pare di avere buone ragioni per esserlo. È troppo tempo che grido che ci sono stati depistaggi, né vedo grandi novità da queste desecretazioni. È una vergogna che buona metà siano pagine bianche. I segreti restano segreti”, taglia corto. tiscali