25 ott. – “L’hanno impiccata, hanno impiccato mia figlia”: la madre di Reyhaneh Jabbari, la famosa attrice Shole Pakravan, ha confermato in lacrime l’esecuzione della figlia, la giovane designer in carcere dal 2006 per aver ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, un ex 007 iracheno che avrebbe tentato di violentarla.
Alla fine di settembre, la giovane, da 7 anni e mezzo in carcere, era stata trasportata nel braccio della morte di Rajaishahr, vicino Teheran. Da allora sono stati tantissimi gli appelli per salvarla. Piu’ di 240.000 persone hanno firmato un appello lanciato da Avaaz per chiedere la sospensione dell’esecuzione.
Nell’ultimo mese, le autorita’ iraniane avevano mediato senza successo con la famiglia dell’uomo ucciso. Secondo le leggi iraniane solo il perdono dei familiari della persona uccisa puo’ evitare la legge del taglione al condannato.
“Voglio che il diritto di sangue di mio padre sia rispettato il piu’ presto possibile”, cosi’ il figlio di Morteza Abdolali Sarbandi due settimane fa.
La pagina Facebook della campagna per salvare la giovane arredatrice d’interni ha pubblicato la scritta “Riposa in pace”.
L’esecuzione era stata fissata per il 30 settembre ma era stata poi rinviata facendo sperare in un atto di clemenza.
Venerdi’ alla madre era stato permesso di visitare Reyhaneh per un’ora, un segnale che l’impiccagione era imminente.
Il relatore dell’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarita’ e non aveva tenuto conto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro.