23 ottobre – Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, conferma il suo disprezzo per le leggi e per le istituzioni. Riguardo alle polemiche scaturite dalla registrazione in Campidoglio dei matrimoni di sedici coppie gay avvenuti all’estero e incoraggiato dalle esternazioni della presidenta della camera (Nozze gay, Marino calpesta le leggi. Boldrini: ha fatto bene, la realtà cambia) dichiara: “Ritengo di aver operato legittimamente trascrivendo gli atti di matrimonio in questione. Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è inesistente e non costituisce minaccia per l’ordine pubblico“.
“La non trascrizione di quegli atti per via dell’orientamento sessuale delle coppie, sarebbe stata un atto palesemente discriminatorio, violando l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Questo è quanto comunicato al Prefetto con una lettera, in risposta alle sue note ufficiali dei giorni scorsi. La nostra – ha continuato Marino – è una posizione di legalità che vogliamo mantenere ben salda e che abbiamo ribadito questa mattina ai due Vice-Prefetti di Roma che da circa 5 ore sono diligentemente impegnati in Campidoglio nell’esame accurato della documentazione dei 16 atti di trascrizione”.