23 ottobre – “Un’operazione di sconcertante spregiudicatezza. Parliamo del trasferimento del Macfrut, soprattutto se la meta finale è Bologna che certo non può competere, esattamente come Cesena, con le grandi fiere europee, soprattutto dal punto di vista logistico e infrastrutturale. Quindi a che pro il trasferimento nel capoluogo cittadino?
Certamente la fiera di Bologna è in declino e ha bisogno di nuova linfa. Forse è questo il costo che deve pagare Cesena. L’operazione è stata ben programmata a Bologna e i nostri amministratori non hanno fatto altro che piegare la testa, dire signorsì e preparare il terreno, con rara spregiudicatezza, appunto, per legittimare lo scippo. Di qui il cambio strategico nei vertici della fiera con le dimissioni, di fatto obbligate, di Domenico Scarpellini, patron insostituibile di Macfrut, che non più tardi dell’aprile scorso aveva sentenziato che era meglio che la fiera dell’ortofrutta rimanesse a Cesena. Opinione condivisa da molti, certamente dalla Lega Nord che vede nel trasferimento un’operazione giocata sul piano politico e non sulla convenienza per il territorio cesenate e per la sua vocazione produttiva ed economica.
Risibili poi le giustificazioni addotte per legittimare lo scippo. I nuovi vertici affermano che spostare il Macfrut è vitale. Ma non ci convincono. La 31^ edizione, appena chiusa, è stata giudicata positiva sotto tutti i punti di vista. Invece, per il sindaco di Cesena e per altri personaggi che hanno caldeggiato lo spostamento, ma senza addurre ragioni condivisibili, qui le regole sono diverse. E non è questione di campanilismo.
Il Macfrut è stato fino ad oggi una ‘vetrina’ eccezionale per la città e un’opportunità di lavoro e di sviluppo. Da domani non lo sarà più. Sarà una fiera come un’altra in un contesto territoriale estraneo alle nostre tradizioni agricole. Né siamo disposti a farci prendere in giro da chi intende sostituire questa fiera con una non meglio precisata kermesse, la “Notte della frutta”. Una vera presa in giro per tutto il territorio, ma soprattutto per chi vedeva il proprio lavoro aumentare grazie al Macfrut.
Anche sul volume dell’indotto, infatti, qualcuno ha ciurlato nel manico, contestando le cifre date a suo tempo anche dallo stesso Scarpellini, che, al contrario, con l’onestà intellettuale che ha sempre contraddistinto la sua presidenza, ha sempre presentato i dati reali. Cesena, con lo scippo del Macfrut, perde un indotto di una trentina di milioni. E qualcuno ne è responsabile.” CELLETTI E MORRONE (LEGA NORD)