Legge di Stabilità: senza i risparmi attesi, Iva al 25.5%. Rabbia di Confcommercio e Codacons

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23 ottobre – Se i risparmi preventivati nell’ultima finanziaria non saranno realizzati, a partire dal 2016 scatterà l’aumento automatico dell’Iva su tutte le aliquote: dal 22 al 24% e dal 10 al 12% nel 2015. Lo prevede la legge di Stabilità 2015, all’articolo 15. Se i saldi di bilancio preventivati non saranno rispettati l’imposta sul valore aggiunto crescerà con aumento spalmato in tre anni. E se i conti non saranno a posto nel primo anno l’Iva aumenterà ulteriormente al 25% l’anno successivo e al 25,5% nel 2018.

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Aumento dell’Iva pericoloso – “Con disagio”, l’ufficio studi della Confcommercio osserva come in un’ottica di lungo periodo, in una legge di Stabilità “proposta come orientata al taglio delle tasse”, ci siano invece previsioni di incrementi netti d’imposta: dal 2016 – rileva – è stabilito un generalizzato aumento dell’Iva; “spalmato tra il 2016 e il 2018, porterebbe le aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5% consegnando all’Italia il podio anche nella graduatoria internazionale delle aliquote delle imposte sui consumi”.

Imposta accelererà processi di evasione – All’incirca questo innalzamento delle aliquote legali produrrebbe un maggior gettito complessivo di circa 19 miliardi nel 2018 rispetto al 2015, con un impulso superiore ai sei miliardi già nel 2016, si legge ancora nell’analisi dell’ufficio studi Confcommercio che aggiunge: “Al di là degli effetti negativi su Pil e consumi, come già accaduto in passato, questi incrementi d’imposta deprimeranno anche il gettito atteso ex ante, attraverso una verosimile accelerazione dei processi di evasione ed elusione”.

Nella manovra, le percentuali di incremento – che decorreranno dal primo gennaio 2016 e dal primo gennaio 2017 – non sono ancora indicate. Nell’analisi si ricorda che tale misura sostituisce il dispositivo della precedente legge di stabilità che prevedeva la razionalizzazione delle cosiddette “spese fiscali” tale da assicurare maggiori entrate pari a 3 miliardi nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 miliardi a decorrere dal 2017, le cosiddette clausole di salvaguardia. ”Con la modifica introdotta, tali importi verranno garantiti, esclusivamente, dall’incremento delle aliquote Iva e dall’incremento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina (salvo per il 2015, anno per il quale il meccanismo è stato sterilizzato da altre coperture)”.

Lecito avere dubbi su effetti dei presunti tagli fiscali – Tenendo conto poi del fatto che in Italia manca un meccanismo di efficace coordinamento dell’imposizione fiscale tra diversi livelli di governo, “è lecito avere dubbi sugli effetti dei presunti tagli fiscali: presunti perché, già di modesta entità, potrebbero essere neutralizzati – afferma l’ufficio studi – non solo dai previsti incrementi dell’Iva e delle accise ma addirittura, e da subito, da eventuali incrementi di tributi stabiliti dalle regioni e dagli altri enti locali”.

Codacons: “Da aumento Iva stangata da 791 euro” – Gli aumenti dell’Iva previsti dalla Legge di Stabilità massacreranno le famiglie e i consumi, determinando nel 2018 una maxi-stangata compless iva pari a 791 euro a famiglia (250 euro solo nel 2016). Lo afferma il Codacons commentando l’analisi dell’Ufficio studi della Confcommercio sulla manovra. “L’aumento delle aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5%, spalmato tra il 2015 e il 2018, si tradurrà in un maxi-esborso per le famiglie italiane, con danni enormi per l’economia nazionale – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Alla stangata da 791 euro le famiglie, il cui potere d’acquisto è in costante calo, reagiranno riducendo ulteriormente i consumi, e ciò provocherà effetti a catena devastanti”.

“Ma il ricorso all’aumento dell’Iva sarà un boomerang per le stesse casse dell’Erario – sempre secondo il Codacons – perché la riduzione degli acquisti porterà ad una riduzione del gettito. Per tale motivo l’associazione si opporrà con qualsiasi mezzo all’ennesimo incremento delle aliquote”.

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