21 ottobre – Questa mattina sono sbarcati dalla nave di linea a Lampedusa, tre camion militari che trasportavano i pezzi dei radar che sostituiranno quelli già presenti a capo Ponente.
“Sembra – si legge sul sito dell’associazione ‘Askavusa’ – anche che si stiano svolgendo dei lavori di ripristino della ex Base Nato, nella stessa zona dei radar, e che stiano arrivando sull’isola altri militari. La storia si ripete ovviamente, o sarebbe meglio dire che siamo dentro lo stesso percorso, quello della servitù militare alla NATO/USA, da decenni.
La cosa ancora più grave è che nessuno ha interpellato o informato gli isolani sui nuovi radar. Qualcuno dice che i radar nuovi fanno meno male di quelli di prima, ma nessuno si è preso la briga di fare una verifica rispetto alle onde elettromagnetiche emesse a Lampedusa, non solo dai radar a capo Ponente, ma relativamente alle varie antenne e radar mobili e fissi presenti su tutta l’isola e nessuno ci ha mostrato i documenti che attestano la reale potenza dei nuovi radar. E’ un processo che dura da decenni e nessuno ha fatto niente per impedirlo: chi si è venduto per trenta denari, chi per ancora meno, chi semplicemente non aveva capito, chi ha fatto finta di non capire. Ma ognuno di noi ha le proprie responsabilità. Noi non ci rassegnamo e ci rivolgiamo agli isolani dicendo che ognuno può fare la propria parte e che non bisogna aspettare nessun pastore che pascoli il gregge, ognuno deve rendersi attivo in questa protesta, se vogliamo avere una speranza. Diciamo anche di non contrapporre i migranti ai lampedusani, questo è uno scontro che fa comodo a chi vuole fare di Lampedusa una piattaforma militare e un grande carcere per migranti, colpevoli solo di scappare dal proprio paese e spesso da bombe, proprio della NATO.
Ricordiamoci poi che siamo a sud di Tunisi e che stiamo subendo lo stesso trattamento che hanno avuto i paesi africani nel processo della colonizzazione e dell’imperialismo. Per chi governa l’Italia, l’Europa e per gli apparati bellici noi siamo solo un punto strategico militarmente. Crediamo che l’assenza di servizi basilari sull’isola, non siano dovuti solo alle politiche delle amministrazioni locali, ma che facciano parte di un disegno che dura da decenni e che vuole rendere la vita di chi abita sull’isola, impossibile. Magari qualche albergo e ristorante per le forze dell’ordine lo lascieranno e forse sanno già quale potrebbe essere”.
agrigentonotizie.it
Ma qualcuno non ha capito ancora che la situazione militare in Libia è gravissima , e che Lampedusa sta tornando ad essere la punta di diamante per il controllo dei porti e degli aeroporti libici che stanno per andare in mano agli insorti , così pure i pozzi petroliferi . Se ci tagliano le forniture di gas , di metano , e di petrolio siamo fritti .