18 ottobre – Incoraggiando il crollo del prezzo del greggio, l’Arabia Saudita sta prendendosi un rischio calcolato nelle sue relazioni gia’ incrinate con gli Stati Uniti, sperando che i potenziali danni della mossa per l’industria dello shale oil americano possano essere controbilanciati da quanto sta accadendo sul versante geopolitico.
Mentre Ryad e gli Stati Uniti stanno combattendo una guerra insieme in Siria e in Iraq, il tentativo dei sauditi di riprendere la guida del mercato del greggio potrebbe infatti creare problemi alle societa’ di shale oil di Washington. Allo stesso tempo tuttavia il crollo del prezzo fara’ scendere il costo del carburante in America e se la mossa sara’ prolungata nel tempo potrebbe colpire la Russia e l’Iran in un momento in cui Washington sta cercando di mettere sotto pressione entrambi i Paesi.
“I sauditi sembra abbiano concluso che la loro scelta (di sostenere il taglio dei prezzi) sia un elemento in grado di cambiare le cose. Avranno diversi vantaggi senza colpire le persone che non vogliono colpire”, ha detto Deborah Gordon, direttore del programma energia e clima del Carnegie Endowment, la non profit che pubblica la rivista Foreign Policy. asca