Milano, 17 ott. – Ha perso il lavoro a luglio e da mercoledi’ scorso ha iniziato la sua protesta di fronte a Palazzo Marino, dormendo sulle panchine di piazza della Scala e osservando uno sciopero della fame che promette “a oltranza”.
Un uomo di 50 anni di Abbiategrasso ha portato a Milano la sua disperazione, per “segnalare di noi cittadini italiani che perdiamo il posto di lavoro”. Accanto a se’ ha una scatola che spiega tutto: “a 50 anni – c’e’ scritto – si e’ troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per tutto il resto. Non voglio elemosina ma elemosinare un posto di lavoro. Dal primo gennaio 2014 ci sono stati circa 2mila suicidi, sembra un bollettino di guerra”.
“Io ho ancora una mente lucida e non penso al suicidio – ha raccontato l’uomo -, anche perche’ ho una moglie disabile e un figlio minorenne che studia che sono con l’acqua alla gola ma che non so immaginare cosa potrebbero fare senza di me. Io non sono un barbone – ha proseguito alludendo alle notti passate in piazza, io sono un cittadino italiano. Ho sentito che si spendono miliardi per aiutare degli immigrati; io non sono razzista ma se si aiutano queste persone e non si aiutano gli italiani mi dispiace. Andro’ avanti finche’ non trovo un lavoro”.
La protesta dell’uomo e’ stata raccolta e segnalata dal consigliere comunale della Lega Nord, Alessandro Morelli, che ha sottolineato come si sia di fronte a “situazione inaccettabile. Questo signore – ha aggiunto – sta manifestando la sua necessita’ di avere dignita’ quando noi abbiamo clandestini che vengono ospitati a 45 euro al giorno a nostro carico”. (AGI)