Furlanič: «Il 12 giugno è una data inesistente. Lo dico da storico. L’esercito jugoslavo ha liberato Trieste dai nazisti. Altro che occupazione». L’opposizione (e non): «Dimissioni immediate!»
16 ottobre – «Che all’università di Lubiana insegnino che le armate titine il 1 maggio 1945 non occuparono Trieste non mi sorprende. Che tale tesi venga sposata, vergognosamente dal Presidente del Consiglio Comunale, calpestando la memoria di chi diede la vita per la nostra Città è inaccettabile e sarebbe ancora più grave se Sindaco e PD si schierassero a sua difesa.
Il 1 maggio 1945 ha inizio per la popolazione italiana un periodo di persecuzioni e di terrore: arresti, esecuzioni sommarie e centinaia di deportazioni al giorno. Altro che Liberazione! Le forze politiche devono elevare il 12 giugno a solenne ricorrenza di Trieste, poiché questa data, più di ogni altra, rappresenta veramente la fine di uno dei periodi più bui della città. Rappresenta la definitiva Liberazione dai massacri e dalle violenze naziste e comuniste jugoslave, in attesa del ricongiungimento alla Nazione italiana. Ecco perchè abbiamo presentato la mozione di sfiducia nei confronti Presidente del Consiglio Comunale».
Queste le parole di Everest Bertoli, capogruppo Forza Italia in Consiglio comunale di Trieste, in seguito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal presidente Furlanič all’interno di un’intervista riguardo l’introduzione dello sloveno nell’assemblea.
Le parole di Bertoli possono essere intese come una strumentalizzazione politica dell’opposizione, ma forse non quelle del senatore Pd Francesco Russo: «Gli estremismi, in politica non sono mai accettabili, né da una parte né dall’altra. Men che meno se provengono dal Presidente del Consiglio Comunale, una figura che, per definizione, dovrebbe caratterizzarsi per prudenza nelle dichiarazioni e imparzialità nelle scelte. A quanto pare Furlanič ha nuovamente vestito il cappello del cow boy: peccato che il Consiglio Comunale non sia il Far West. La sua credibilità come uomo delle istituzioni, dopo le recenti affermazioni scomposte e figlie di una visione personale della storia di Trieste lontana dalla realtà dei fatti, è interamente svanita. Ha disonorato la sua carica e messo in imbarazzo l’intero Consiglio Comunale. Ha dimostrato di non essere all’altezza del compito affidatogli: per questo spero che, spontaneamente e in tempi brevi presenti le dimissioni prima che il Consiglio comunale decida di votare una mozione di sfiducia nei suoi confronti: se quest’ultimo scenario dovesse avverarsi mi auguro che tutti i consiglieri, compatti, scelgano di sollevarlo da un ruolo che non ha saputo interpretare nel modo corretto. E spero davvero che l’esponente di Rifondazione Comunista si ravveda anche rispetto all’imbarazzante frase con cui getta fango sulla giornata del ricordo: è un insulto profondo alla memoria di tutti coloro che sono morti nelle foibe per mano di un esercito invasore capitanato da un leader sanguinario. Continuare a negarlo – conclude Russo – significherebbe davvero vivere in un universo parallelo».
Anche Paolo Menis e Stefano Patuanelli, portavoce M5S al Comune di Trieste, hanno oggi sottoscritto la mozione di sfiducia nei confronti presidente del Consiglio comunale: «Riteniamo quelle frasi una ricostruzione di parte della storia ed incompatibili con il ruolo super partes di presidente del Consiglio comunale – affermano i due portavoce -. Sono dichiarazioni che riportano Trieste indietro di almeno 30 anni. Per fare campagna elettorale, l’esponente della Federazione della sinistra ha riaperto ferite che erano rimarginate. Furlanič faccia un bel gesto e lasci spontaneamente lo scranno di presidente».
triesteprima.it
Ci sono frasi che prima di uscire dalla bocca di un politico bisognerebbe che si documentasse in materia.. ma l’arroganza dei PARVENU’ della politica fanno pensare che più sei ignorante e più sei amato dai beduini che lo hanno votato.