16 ott. – “Un abuso sessuale cronico perpetrato per tanto tempo”. Questa e’ la conclusione dell’anatomopatologo Nicola Balzano che ha eseguito una perizia sul corpo della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni precipitata dal balcone del Parco Verde di Caivano.
La morte, scrive Balzano, “fu dovuta ad una grave lesivita’ toraco addominale con lesione degli organi interni, fratture vertebrali e fratture del bacino e di entrambi i femori”, lesivita’ “compatibile con una caduta da oltre 10 metri”.
Il che non escluderebbe che la piccola non sia caduta nel vuoto ma che dopo essere stata schiacciata dal peso di un adulto, possa essere stata poggiata agonizzante sul selciato. O che sia stata lanciata nel vuoto da uno dei ballatoi dei uno dei primi piani dell’isolato 3. Una ipotesi che per gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali di Pietro Loffredo, – il papà della piccola detenuto per una condanna a 11 anni di reclusione per falsificazione di cd video e musicali – è più di una certezza. Che sarebbe emersa nel corso della lunga e minuziosa indagine difensiva condotta dai due legali.
Secondo quanto scrive il Mattino
In questo quadro già così complicato, reso intricato da un’omertà davvero assoluta e da versioni di supertestimoni che poi ai riscontri tali non sono, bisogna dare un senso investigativo anche alla morte del piccolo Antonio Giglio, tre anni, precipitato da un balcone della sua abitazione, al settimo piano dell’isolato 3, lo stesso dove abitava Fortuna, la sera del 27 aprile 2013. In tutti e due i casi, ai bambini mancava la scarpa destra. Si conoscevano perché Fortuna giocava on la sorellina del piccolo. E l’ultima volta che è stata vista viva, era in casa di Antonio, seduta sul divano con la sorella. Venti minuti dopo è stata trovata agonizzante sul cemento.