5 ott 2014 – Chiusura in forte perdita per le borse europee e impennata dello spread. Ad agitare i listini del vecchio continente e’ la Grecia, le cui intenzioni di uscire in anticipo dal piano di assistenza di Ue e Fmi e di convocare elezioni anticipate hanno messo in agitazione gli investitori.
Un mercoledi’ da incubo per i mercati finanziari e l’Europa e’ ancora l’epicentro della bufera. La tempesta finanziaria travolge la Grecia e investe il vecchio continente. A fine giornata il conto e’ salatissimo. Le borse europee bruciano quasi 260 miliardi di euro in termini di capitalizzazione sulla base del tonfo dell’indice Euro stoxx 50.
Piazza Affari tra le piu’ colpite, con l’indice Ftse Mib che accusa uno scivolone del 4,44% e quasi 20 miliardi di euro in fumo.
A innescare la turbolenza finanziaria e’ stato il report dell’agenzia di rating Fitch sulla Grecia nel quale si evidenziano l’elevato livello di crediti deteriorati per le principali banche elleniche.
Immediata la reazione degli investitori con la borsa di Atene in picchiata fino ad accusare un crollo dell’11% (parziale recupero con un -6,50% al termine degli scambi).
Sotto pressione i titoli di Stato di Atene, quasi che nessuno volesse piu’ ”carta” di debito greco in portafoglio. Il rendimento del decennale che ieri viaggiava poco sotto il 7% oggi e’ schizzato a quasi l’8%, oltrepassando la soglia di allarme per la sostenibioita’ del debito.
Tutti i mercati azionari e i titoli di Stato dei paesi periferici dell’area euro hanno sofferto pesanti perdite. Il Btp italiano ha visto risalire il rendimento a oltre il 2,40% con uno spread rispetto al Bund tedesco a 165 punti dopo aver superato quota 170.
Gli investitori hanno comprato in modo massiccio Bund tedeschi ed i bond dei paesi core dell’euro. Il decennale tedesco ha segnato un nuovo minimo storico del rendimento che e’ sceso fino allo 0,7240%. Con un tasso di inflazione in Germania allo 0,8% anche il Bund a dieci anni presenta un rendimento reale negativo.
Al contrario il Btp italiano offre un rendimento reale del 2,80% e l’appetibilita’ dei rendimenti dei paesi periferici fa rafforzare l’euro che torna a testare quota 1,28 sul dollaro.
La debacle odierna dei mercati tuttavia si inserisce in un ciclo di forte correzione ribassista scattato il 2 ottobre, giorno della riunione della Bce a Napoli che ha profondamente deluso le aspettative dei mercati. Da allore le borse europee presentano un bilancio pesantissimo, quasi 730 miliardi di euro andati in fumo.
Le aspettative degli investitori sono mutate. Sempre meno credono che l’Eurotower faccia un vero intervento di quantitative easing mentre per l’economia dell’area euro aumentano i segnali di stagnazione.
Forse il ”faremo tutto il necessario per salvaguardare l’euro” pronunciato due anni fa da Mario Draghi necessita di un nuovo passo in vanti per tenere a galla l’economia dell’area euro.