13 ott 2014 – “Ridurre in schiavitu’ le famiglie dei non credenti e prendere le loro donne come concubine e’ un aspetto saldamente stabilito della sharia”: e’ quanto si legge nel nuovo numero della rivista web “Dabiq” dello Stato islamico, confermando la denuncia mossa da Human Rights Watch contro i “crimini orribili” commessi dai jihadisti, quali “conversioni religiose forzate, matrimoni forzati, abusi sessuali e schiavitu'”.
Nell’articolo “Il ritorno della schiavitu’ prima del Giorno del Guidizio”, i jihadisti affermano che le donne e i bambini yazidi sono stati considerati “bottino di guerra”, dopo la cattura delle loro citta’ e dei loro villaggi nel nord dell’Iraq lo scorso agosto: “Le donne e i bambini yazidi sono stati divisi nel rispetto della sharia tra i combattenti dello Stato islamico che hanno partecipato alle operazioni a Sinjar”. Hrw ha ricordato che sono centinaia gli uomini, le donne e i bambini yazidi detenuti dai jihadisti in diverse localita’ dell’Iraq, in particolare a Mosul, Tal Afar e Sinjar, e nell’est della Siria. “Abbiamo raccolto storie scioccanti di conversioni religiose forzate, di matrimoni forzati e di abusi sessuali e schiavitu'”, ha denunciato Hrw nel rapporto redatto sulla base di 76 interviste.
Una donna, Naveen, fuggita a settembre con i suoi quattro figli, ha raccontato a Hrw di yazide costrette a sposarsi con i combattenti Isis: “Ho visto che le portavano via, circa 10 tra giovani donne e ragazze. Alcune avevano solo 12 o 13 anni, altre 20. Alcune di loro erano gia’ sposate, ma senza figli, per cui lo Stato islamico non le ha considerate sposate”. Quando sono tornate nel carcere di Badoush, vicino Mosul, le donne hanno raccontato: “Ci hanno sposato. Non abbiamo avuto scelta”.
Altre donne hanno raccontato di essere state vendute: come Rewshe, 15 anni, ceduta a un combattente palestinese dell’Isis per 1.000 dollari. Sempre Naveen ha raccontato anche della sorte toccata ai bambini maschi: “Nella prigione di Badoush ho visto anche portare via i bambini. Hanno detto che li portavano via per la loro educazione religiosa. Dalla mia cella hanno portato via sei o sette bambini, avevano tutti 10 o 11 anni. Io ho vestito mio figlio di 10 anni da bambina per nasconderlo”. ASCA