“Meno burocrazia, più soldi ai lavoratori”. Nasce l’associazione che abolirà le casse edili

COMUNICATO STAMPA

edil“Meno burocrazia, più soldi ai lavoratori”. Nasce l’associazione che abolirà le casse edili.
C’è un’Italia che in questo momento di crisi non si limita a fare coraggiosamente impresa, ma si batte per il cambiamento del Paese e per la soppressione dei suoi anacronismi burocratici affinché il fare impresa continui ad essere possibile anche per le generazioni a venire.
Quali sono questi anacronismi? Un esempio su tutti: le casse edili, un vetusto istituto a cui un’ associazione nazionale con sede a Santa Margherita Ligure dice ora “NO”. A presiederla è Giuseppe Fabozzi, già presidente della Cassa Edile di Arezzo, a coordinarla Fabrizio Martin, imprenditore edile di Treviso residente da anni in Liguria che ha dato il là all’iniziativa. In pochi giorni l’associazione sta moltiplicando le adesioni e riscuotendo numerosi attestati di stima.

“A differenza di quanto avveniva nell’immediato dopoguerra , quando la saltuarietà del lavoro e il continuo cambio di datore mettevano a rischio ferie e mensilità aggiuntive – spiega l’associazione “No Cassa Edile” sul suo sito (www.nocassaedile.org) – il lavoratore edile non vive situazioni di particolare diversità rispetto a un altro. Quindi oltre ad essere dispersivo effettuare gli accantonamenti presso ciascuna cassa edile (sono 120, ndr) , il lavoratore edile è discriminato rispetto a tutti gli altri lavoratori, che vedono i pagamenti rimessi direttamente dal datore di lavoro”.

Con l’eliminazione delle Casse Edili – precisa l’associazione – le imprese non guadagnerebbero nulla in termini economici, ma avrebbero un vantaggio in termini burocratici non dovendo più iscriversi a ciascuna Cassa Edile per ogni provincia nella quale lavorano, e a non fare ogni mese più denunce per lo stesso lavoratore a seconda della provincia dove ha lavorato”.
I veri vantaggi, però, sarebbero per i lavoratori: “Con l’eliminazione delle Casse Edili i lavoratori riceverebbe mediamente in busta paga, mese per mese, circa € 400, di cui circa € 250 che avrebbe ricevuto in ogni caso (accantonamenti), e circa € 150 come incremento di stipendio vero e proprio”.

Insomma, altro che gli 80 euro di Renzi & C. Ma la battaglia si annuncia dura, anzi durissima. Chi non vuole opporsi a questa soppressione? “I 120 Presidenti, i 120 Vicepresidenti, i circa 2000 componenti dei comitati di gestione, i circa 360 componenti dei collegi sindacali, le associazioni di categoria ed i sindacati che fanno pagare un’aliquota del 9% come quota di adesione contrattuale anche ad imprese ed operai non iscritti”.
Il dado è tratto e l’associazione è più determinata che mai a offrire il proprio contributo non solo al cambiamento del settore edile, ma anche a quello del Paese. Il mondo edile ha detto BASTA! Sarà una rivoluzione!
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Associazione NO CASSA EDILE – http://nocassaedile.org
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