12 ottobre – Denatalità, uno dei maggiori problemi degli italiani. Cominciò negli anni ‘60 la ‘decrescita infelice’. Nel 1964 si registrò l’anno record per la fertilità nazionale. Da allora la natalità è andata gradualmente decrescendo, fino ad arrivare all’attuale record negativo di 1,3 bambini per donna, contro il livello di sostituzione demografica di 2,1. In Italia, una donna su quattro non diventa mamma. Una vera mutazione antropologica.
Entro il 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani. Di questi 100 giovani grazie alle politiche sucide di oggi, ben 45 non lavorano e se non cambieremo questa classe dirigente di parassiti, ladri e corrotti, chissà quanti altri saranno nel 2050 che non lavorando non contribuiranno ad alimentare il depredato welfare. La pensione ce la possiamo dimenticare. Sono comprensibili e profonde anche le ragioni che spingono un numero così elevato di donne a rifiutare la maternità. Com’è altrettanto comprensibile la preoccupazione delle giovani coppie che non fanno figli per la precarietà del lavoro, di creare una famiglia e metter su casa.
Oggi, la vita riproduttiva di una donna è impegnata tra l’università e la ricerca di un lavoro stabile. Se e quando riuscirà ad ottenere un lavoro sarà sempre troppo tardi e il pensiero di avere dei figli è condizionato da quella che viene chiamata la “trappola della sicurezza”. In Italia, dove domina la una cultura cattolica che anch’essa fa acqua da tutte le parti, c’è chi non fa figli per scelta e chi non ha una motivazione abbastanza forte. Chi perché ritiene che il mondo è troppo brutto, chi per la crisi, e chi per gli impegni che sarebbero troppi. Il risultato è lo stesso: niente figli. Non c’è una ricetta pronta per una fertilità compatibile con i tempi di vita attuali.
Se avessimo un welfare più sensibile per le mamme e soprattutto per la famiglia, gli ostacoli potrebbero essere molti meno, ma come sapete, gli italioti bigotti, sia quelli di fede cattolica che di fede comunista sono molto, troppo, impegnati nel far fare figli ai gay. Che ne sarà di noi?