di Antonio Maria Rinaldi
Beppe, questa volta hai preso la strada giusta sull’euro, ma…
12 ottobre – Le dichiarazioni di Beppe Grillo riguardo all’uscita dall’euro da parte del nostro Paese, hanno sollevato un vespaio di polemiche non tanto provenienti dall’opposizione, ma soprattutto da coloro i quali si reputano “delusi” dalle precedenti più sfumate prese di posizione da parte dei vertici dei pentastellati in tema euro.
Premesso che vale più che mai l’adagio “meglio tardi che mai”, va riconosciuto che il M5S è da considerarsi ancora l’unico partito, ovvero movimento, che non ha mai condiviso esperienze di governo rispetto a quelli ancora presenti in Parlamento e che pertanto gli deve essere concesso un “credito” di fiducia almeno pari a quello che meritano coloro i quali hanno già intrapreso la medesima strada del ritorno alla lira.
Il mio status di indipendente non coinvolto politicamente (posizione che ho sempre mantenuto non avendo mai avuto tessere di partito o tantomeno accreditamenti in ambienti politici), mi mette nella condizione di esprimere valutazioni esenti da partigianeria; posso pertanto serenamente esprimere il mio punto di vista sull’apertura sovranista di Grillo e di tirare le somme se tale presa di posizione è complessivamente proficua o meno per le sorti del mio Paese.
Iniziamo nel dire che se il secondo soggetto politico italiano, in termini di consensi, si schiera con una proposta del genere, ed essendo il sottoscritto uno dei più convinti sostenitori del ritorno alla piena Sovranità, non posso che manifestare il mio compiacimento, ma al tempo stesso esprimere il desiderio di capire esattamente come si intendono concretizzare le modalità di tale scelta. Proprio per questo auspico che i vertici del Cinque Stelle acquisiscano la credibilità necessaria fra i cittadini italiani schierando persone che abbiano le corrette competenze economiche e giuridiche per poter supportare una uscita dall’euro e che siano pertanto in grado di gestire nel migliore dei modi possibili l’eventualità di un abbandono, in qualsiasi modo avvenga, cioè per decisione unilaterale o per implosione da fatti esterni, dall’area euro. In mancanza di ciò si lascerebbe all’attuale classe politica al governo la futura gestione e francamente inorridisco a questa eventualità, avendo tristemente constatato che quest’ultimi hanno dimostrato di non essere in grado neanche di predisporre di uno straccio di Piano A per rimanere nell’aggregazione monetaria con meno disagio per le persone e per le imprese di quello che fu il Bel Paese.
Quindi se alle parole seguiranno i fatti con l’utilizzo delle giuste persone, magari con alleanze funzionali con chi ha già percorso tale strada coinvolgendo soggetti estremamente preparati, competenti e credibili (per chi non l’avesse capito mi riferisco alla lungimiranza di Matteo Salvini nell’essersi rivolto a Claudio Borghi!), ben venga l’iniziativa di Grillo, altrimenti assisteremo a una guerra “fratricida” per accaparrarsi il consenso sugli stessi temi e questo non solo farebbe il gioco di chi in questo momento ci sta portando al totale disastro per cieca dedizione e riverenza nei confronti degli ordini impartiti dalla Troika, ma esporrebbe oltremodo la Nazione al suo definitivo annientamento.
Insomma è quanto mai necessario fare “squadra” almeno su questa prioritaria esigenza e non certo intraprendere guerre o rivendicare primogeniture sterili e questo avverrà solamente se si riuscirà a riunire tutte le forze che perseguono l’uscita come l’ultima carta da giocare prima della fine, nell’esclusivo interesse del Paese.
Proporre una uscita dall’euro non significa promettere una passeggiata rose e fiori, ma solamente proporre il male minore rispetto al disastro totale a cui siamo inesorabilmente condannati: è l’ultima “freccia” nell’arco che abbiamo a disposizione per ridare dignità all’Italia e agli italiani e proprio per questo deve essere utilizzata nel migliore dei modi possibili. E’ necessario un grossissimo lavoro d’informazione per abbattere lo spesso muro di gomma issato da un quarto di secolo nei confronti di tutto ciò che va contro le perfide logiche di Bruxelles e Francoforte, complice una stampa e una televisione addomesticata a senso unico verso un potere che trae la sua sopravvivenza e consenso se non con la genuflessione ai vincoli esterni imposti.
Ma ormai i tempi sono maturi e gli italiani hanno iniziano finalmente a capire che nelle proprie tasche non hanno una moneta idonea a perseguire il loro benessere, ma un mezzo coercitivo per imporre volontà e interessi di un mondo finanziario virtuale che ha forgiato una moneta che condiziona l’economia reale e non viceversa invece che si plasma per supportarla!
Il M5S dovrà pertanto preoccuparsi in primis di spiegare che il futuro non sarà più nelle mani dei poteri di Bruxelles ma in quella di tutti noi cittadini e questo potrà avvenire solo se riuscirà a portare in ogni piazza il dibattito, finora negato, sulla convenienza o meno nel permanere nell’euro, coinvolgendo tutte le forze sociali, industriali e politiche in un serio e costruttivo confronto. La vera sfida vincente sarà quella di individuare una preparata classe dirigente per la gestione tecnica al ritorno alla Sovranità nazionale che sappia predisporre un serio e credibile Piano B per una uscita ordinata e non scomposta per evitare di esporre a ulteriori mortificazioni il già provato popolo italiano. Se saprà ben organizzarsi il M5S riuscirà nell’intento, altrimenti basterà che un Renzi di turno prometta in qualsiasi momento altri 80 euro in busta paga (magari nel frattempo presi dalla fame ne basteranno solo 40!) per annullare qualsiasi sforzo e consentire per i prossimi 100 anni che il Paese rimanga una Colonia agli ordini e voleri del Nord Europa.
Sarà necessario spiegare in modo semplice e concreto che ritornare alla lira non significa solamente ritornare semplicemente alla nostra moneta, ma soprattutto poterci riappropriare di una politica economica perfettamente tarata per le nostre esigenze e non per quelle degli altri affinché non vengano annullate le garanzie previste dalla nostra Carta Costituzionale e che i veri padroni del Paese siamo noi cittadini, non più disponibili a cedere i diritti imprescindibili e non negoziabili posti a fondamento della nostra democrazia repubblicana.
La quasi totalità della base del M5S è sovranista e Grillo potrà avvalersi anche della collaborazione interna dei “ragazzi” del gruppo “Economia 5 Stelle” ed “Economia Spiegata Facile” che ho più volte avuto modo di apprezzare per le loro puntuali e professionali analisi e studi scientifici, ma che tuttavia sono state ancora poco considerate e non utilizzate per finalità divulgative all’interno del Movimento.
Se non sarà possibile il riSpiegatacorso a un Referendum consultivo per impedimenti legislativi o di opportunità, si potrà sempre invocare l’art.50 del TFUE (Trattato di Lisbona) che prevede chiaramente il recesso dall’UE e pertanto implicitamente dall’euro, e se anche questo non basterà, alla Convenzione di Vienna sui Trattati Internazionali!
Insomma ben venga l’apertura da parte dei vertici del M5S, ma il mio auspicio è che tale opportunità sia ben sfruttata, consentendo agli italiani finalmente di essere messi nelle condizioni di capire che riprenderci il Paese non solo è possibile ma necessario per il bene e il futuro dei nostri figli e per rispetto ai nostri Padri che hanno dato anche la vita affinché esistesse questo meraviglioso e unico Paese.