Condannati per ubriachezza, droga e rapina ma guidavano le ambulanze: 89 licenziati

Alla Seus, la società che gestisce il servizio d’emergenza, licenziati gli autisti-soccorritori con condanne definitive alle spalle: dodici avevano compiuto reati con gli stupefacenti, dieci sono stati accusati di colpi a mano armata. Altri otto avevano sentenze passate in giudicato per guida in stato d’ebbrezza. Ma ci sono anche truffatori, estorsori e un sequestratore di persona

ambulanza

 

Al volante di un’ambulanza malgrado una condanna definitiva per guida in stato d’ebbrezza. A raccontarla così, senza altri dettagli, sembra la trama del sequel di “l’ospedale più pazzo del mondo”. In realtà è cronaca, nient’altro che quella: otto autisti-soccorritori della Seus, la società regionale che gestisce il “118” in Sicilia, sono stati licenziati perché nella loro fedina penale figurava una sentenza passata in giudicato per il reato meno compatibile con l’incarico professionale di trasportare i malati. Quello, appunto, di guida in condizioni d’ubriachezza.

I licenziamenti alla Seus, comunicati in questi giorni ai sindacati, sono in tutto 89, e chiudono una fase di accertamento dei carichi pendenti dei dipendenti cominciata da qualche mese. Da un’indagine interna sono risultati 304 gli autisti-soccorritori rimasti regolarmente in servizio negli ultimi anni nonostante avessero condanne definitive: il 10 per cento del totale degli addetti della società. Ora, i vertici della società, assieme a un legale di fiducia, hanno effettuato una ricognizione dei casi che presentano reati ostativi, che cioè non permettono la permanenza nell’organico: sono ottanta, ai quali vanno aggiunti quelli di altri 9 dipendenti che invece vengono licenziati per giusta causa.

A leggere i reati accertati a carico dei dipendenti che vengono messi alla porta, si fa un facile ripasso del codice penale: 12 gli impiegati con una condanna per droga, dieci per rapina, e poi vicende che riguardano truffa, estorsione, associazione per delinquere, in un caso c’è addirittura un sequestro di persona. E un autista-soccorritore ha nel proprio casellario anche una sentenza per omicidio colposo legato proprio un incidente stradale: ma siccome è avvenuto oltre vent’anni fa, e l’interessato è sempre stato un impiegato modello, non è stato preso alcun provvedimento.

Restano un paio di quesiti: come mai, malgrado questi precedenti, questo personale è stato assunto in un servizio delicato come il 118? E come mai nessuno ha mai preso provvedimenti fino a oggi?

11 ottobre 2014 Emanuele Lauria repubblica