Bretella fantasma, 30 milioni regalati alle solite imprese per ripianare i loro debiti

BRETELLA FANTASMA, “INTERVENGA LA CORTE DEI CONTI”

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Chiurli (Democrazia Diretta), “30 milioni regalati alle solite imprese per ripianare i loro debiti. Cittadini toscani beffati”

Firenze, 10 ottobre 2014

“Ennesima beffa ai danni dei cittadini toscani che si ritrovano con 30 milioni di euro di soldi pubblici spesi e neanche un metro di strada realizzata. Adesso non possiamo che auspicare un intervento della Corte dei Conti”. Così il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) commenta la notizia della conclusione dell’arbitrato tra la Regione Toscana e l’associazione di imprese che avrebbe dovuto costruire il raccordo tra la Fi-Pi-Li e Prato, ormai noto come “bretella fantasma”.

“Apprendiamo dalla stampa – dichiara Chiurli – che la Giunta Rossi ha deciso di non ricorrere contro il lodo arbitrale che condanna la Regione a ripagare alle imprese pressoché la stessa cifra che richiedeva indietro. Per paradosso il lodo dà ragione all’Ente pubblico, ma stabilisce che debba comunque pagare una cifra astronomica alla Sit, che era stata incaricata di realizzare la famosa bretella e in otto anni non ha posto neanche la prima pietra”.

“Paradosso del tutto comprensibile, però – sottolinea il consigliere – in quanto quei 28 milioni di euro più interessi drenati dalle casse pubbliche a Sit, erano già stati spesi. In che modo? A suo tempo (stiamo parlando del 2006) hanno permesso alle varie società dell’universo Sit di ripianare debiti accumulati in precedenza”.

“Vale la pena ricordare la compagine di Sit: Autostrade (46%), Camera di Commercio di Firenze (31%), Btp (5%), Mps (4,8%), Ergon, Cariprato, Consorzio Etruria e altre società con quote minori. Non c’è bisogno di rammentare – continua Chiurli – che diverse di queste si sono trovate sull’orlo del fallimento nel corso degli ultimi anni. Attingendo a piene mani dagli aiuti pubblici”.

“Così oggi i cittadini scoprono di aver pagato due volte e non averci guadagnato neanche mezza strada o un progetto utilizzabile. Al conto dei 28 milioni più interessi, dobbiamo aggiungere anche i 45mila euro spesi per la consulenza tecnica affidata a un legale esterno nella procedura di arbitrato. A questo punto non ci resta che augurarci che intervenga la Corte dei Conti, per capire se si possa parlare di danno erariale”.