7 ottobre – Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non incoraggiano. Il Fmi rivede infatti al ribasso le stime di crescita per l’Italia nel 2014 e 2015. Il pil calerà quest’anno dello 0,2% (-0,5 punti percentuali rispetto a luglio) e tornerà positivo nel 2015 con +0,8% (-0,3 punti). Il -0,2% del 2014 segue il -2,4% del 2012 e il -1,9% del 2013. Fanno meglio Spagna (+1,3% 2014 e +1,7% nel 2015) e Grecia (+0,6% e +2,9%).
Male anche l’occupazione. Il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà quest’anno al 12,6%, per poi scendere però al 12% nel 2015. Il dato è comunque superiore alla media dell’area euro (11,6% nel 2014 e 11,2% nel 2015). Spagna e Grecia fanno peggio: i loro tassi di disoccupazione resteranno sopra il 20% nel 2014 e nel 2015.
Il debito italiano si attesterà quest’anno al 136,7% del pil, in aumento rispetto al 132,5% del 2013. Nel 2015 il debito sarà al 136,4%, per scendere al 125,6% nel 2019.
Il Fmi rivede al ribasso anche le stime di crescita di Germania e Francia. Il pil tedesco crescerà nel 2014 dell’1,4% e nel 2015 dell’1,5%, rispettivamente 0,5 e 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio. L’economia francese si espanderà quest’anno dello 0,4% (-0,4 punti) e il prossimo dell’1,0% (-0,5 punti).
“Nell’area euro c’è bisogno di riforme strutturali per la crescita, soprattutto quelle mirate ad affrontare l’elevata disoccupazione”, afferma il Fmi sottolineando che per ridurre la disoccupazione giovanile sono necessarie misure specifiche per ogni paese.
”La credibilità, guadagnata a caro prezzo” con il risanamento di bilancio ”non va minacciata. Questo non implica che non ci sia spazio per usare la politica di bilancio per aiutare a sostenere la ripresa”, ha dichiarato il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, riferendosi all’area euro. ”Gli investimenti in infrastrutture, anche se finanziati con il debito, possono essere giustificati e aiutare a spingere la domanda nel breve termine”.