29 settembre – Domnica Cemortan torna a farsi viva. La moldava che era in plancia di comando nella maledetta notte del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio lancia un ultimatum al comandante Francesco Schettino. E’ il 24 settembre quando, come riporta il settimanale “Oggi”, sulla sua pagina Facebook scrive in inglese: “Francesco Schettino, ti do sei giorni per dire la verità su quello che è successo immediatamente dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave. Solo sei giorni!“.
Domnica non aggiunge altro. Ma lascia intendere che al processo non è stato detto tutto.
Dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave, quel tragico 13 gennaio 2012 Schettino sarebbe salito al ponte 11 della Concordia proprio con Domnica e il maitre Ciro Onorato, per controllare la dritta della nave. “Ma cosa siamo andati a fare lassù?” dice Domnica. “Il comandante dice che doveva controllare il lato a dritta della nave, quello verso l’isola. Siamo sicuri che la racconti giusta? Per vedere le condizioni della Concordia non aveva bisogno di salire al ponte 11. Poteva farlo uscendo dalle alette sulla plancia comando, che sono fatte apposta per avere una visione sull’esterno della nave”.
Il suo ultimatum scadrà il 30 settembre.
Del giorno della tragedia, la Cermotan dice:
“Mi sono imbarcata sulla Concordia il 13 gennaio, come passeggero. Conoscevo già Schettino. A cena ho preso un dessert con il capitano, al tavolo c’erano persone che arrivavano e andavano via. Tra queste anche Onorato e Giampedroni. Alla fine mi hanno invitato ad andare a veder l’isola. Sono salita in plancia con Onorato. C’erano tutti gli ufficiali, sono rimasta da una parte. A un certo punto un ufficiale ha sbagliato l’ordine del comandante. Lui lo ha redarguito e ha ripetuto l’ordine. Dopo pochi minuti è successo quello che è successo. Non ho sentito l’impatto ma ho visto le luci di emergenza. Dopo 10 minuti è iniziato l’allarme vocale”.