Russia, Corte costituzionale: la legge anti propaganda gay non è discriminatoria

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25 set. – Il divieto di propaganda gay tra i minori non puo’ essere considerato un limite ai diritti delle minoranze sessuali. Lo ha deciso la Corte costituzionale russa, che ha esaminato l’appello deposto da alcuni dei leader del movimento Lgbt russo, condannati ai sensi della  legge che vieta le manifestazioni pubbliche volte a favorire la propaganda omosessuale. Lo riportano le agenzie russe..

A rivolgersi alla Corte erano stati Nikolai Alekseev, tra i promotori del Gay-Pride a Mosca, e agli attivisti Yaroslav Yevtushenko e Dmitri Isakov. Tutti e tre erano stati giudicati colpevoli di “promozione di rapporti sessuali non tradizionali tra i minori” e condannati al pagamento di una multa di 4.000 rubli (circa 80 euro). La  “legge anti propaganda gay”, adottata a livello nazionale poco prima delle Olimpiadi di Sochi, ha scatenato le proteste internazionali e una vasta campagna di boicottaggio dei Giochi invernali sul Mar Nero. Le multe possono arrivare fino al corrispettivo di 15.000 euro.