23 settembre – “Non di rado” le migrazioni suscitano “diffidenze e ostilità anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte”, dice il Papa, secondo cui “sospetti e pregiudizi” sono “in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso”.
“Da una parte – sottolinea Bergoglio nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015 – si avverte nel sacrario della coscienza la chiamata a toccare la miseria umana e a mettere in pratica il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento”.
Dall’altra, però, aggiunge il Papa citando la sua ‘Evangelii gaudium’, “a causa della debolezza della nostra natura, ‘sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore'”. Secondo Francesco, invece, “il coraggio della fede, della speranza e della carità permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani”. I movimenti migratori “hanno assunto tali dimensioni che solo una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali può essere in grado di regolarli efficacemente e di gestirli”, dice ancora il Papa ricordando che “nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno”.
Non è neanche giusto che le orde migratorie sconvolgano la vita di altre nazioni e poi chi ci dice che invece di poveri migranti non siano invece furbi approfittatori di campare alle spalle degli altri?