22 settembre – La popolazione dei ruteni – etnicamente vicina agli ungheresi – chiede autonomia e il riconoscimento della propria entità statale – la Russia dei Carpazi (l’ex repubblica Podkarpatská Rus che fino al 1938 faceva parte dello stato cecoslovacco). Il territorio è vasto, 12 mila chilometri, con una popolazione di 750 mila persone, di cui 450 mila si trovano all’estero per lavoro (120 mila in Russia, 100 mila nella Repubblica Ceca, il resto – negli Stati Uniti, Italia, Spagna). Inoltre quest’area all’estremità occidentale dell’Ucraina confina con Romania, Slovacchia, Polonia e Ungheria. Con quest’ultima il confine è aperto.
Un quinto della lunghezza del gasdotto ucraino che trasporta il gas russo nei paesi dell’Unione europea passa sul territorio dell’autoproclamasi Repubblica dei Carpazi e tre ramificazioni del gasdotto che portano il gas russo in Romania, Slovacchia e Ungheria si trovano sul suo territorio. Inoltre nel capoluogo regionale Uzhgorod si trova un importantissimo snodo ferroviario attraverso il quale passa una grande quantità di merci da e verso l’Ucraina e la Russia.
Il leader della popolazione rutena (russina), che si è auto nominato primo-ministro della “Repubblica della Russia dei Carpazi”, Petr Getzko, in un’intervista al quotidiano russo “Izvestia” ha dichiarato di aver inoltrato la petizione al Parlamento ungherese chiedendo di riconoscere lo stato. Getzko si è detto fiducioso nell’esito positivo della sua richiesta poiché nel 1991 è gia stato condotto un referendum tra la popolazione locale che ha sancito, a stragrande maggioranza, il ripristino dell’entità statale “Repubblica della Russia dei Carpazi”.
C’è da ricordare che dopo l’annessione della Crimea il partito ungherese Jobbik nel Consiglio d’Europa ha ufficialmente riconosciuto il diritto della Russia sulla Crimea, rivendicando il diritto dell’Ungheria sulla Russia del Carpazi. Getzko conta anche sul fatto che le autorità di Kiev non si azzarderebbero mai a ricorrere alle armi come nel caso di Donetsk e Lugansk. Vi è poi la questione della sicurezza energetica dell’Unione Europea, soprattutto in prossimità di un inverno che si prospetta molto freddo. Se la zona del gasdotto fosse interessata da combattimenti si metterebbe a rischio la fornitura di gas all’Europa. RAINEWS24
E tutto questo solo per il fatto che anche in Ucraina ci sono immense quantità, ancora sottoterra, di gas naturale e di petrolio, come in TUTTE le pianure sedimentarie. Le pianure formatesi dai detriti di fiumi come il Dnester, il Dnepr, il Prut e così via dicendo, generano miliardi di metri cubi di gas e miliardi di barili di PETROLIO e tutti lo vogliono……