15 settembre – Da ggi 15 settembre le persone dello stesso sesso residenti a Bologna e che si sono sposate all’estero, in Europa, potranno chiedere la trascrizione degli atti di matrimonio nell’archivio di stato civile del Comune di Bologna. Lo sancisce una nota, come conseguenza della direttiva del 30 giugno firmata dal sindaco Virginio Merola.
Ha già fatto la trafila il senatore Sergio Lo Giudice (Pd), a lungo presidente di Arcigay, che il 27 agosto di tre anni fa sposò a Oslo Michele Giarratano, il quale ha annunciato su facebook il grande passo di domani, nel “lungo cammino delle coppie di persone dello stesso sesso verso l’UGUAGLIANZA”. Gay, utero in affitto: arriva un bebè in casa del sen. Lo Giudice (Pd)
Un piccolo passo in avanti, “monco – rivendica Lo Giudice – finché non ci sarà una legge nazionale sui matrimoni egualitari o le unioni civili, ma un atto importante che mi fa sentire orgoglioso della mia città, Bologna, e del sindaco che la governa, per la sua scelta in controtendenza”.
Invece l’Arcidiocesi del card.Carlo Caffarra l’ha definita, dal suo settimanale Bologna Sette allegato all’Avvenire, nell’editoriale di Filippo Savarese, “la scelta infelice del sindaco Merola” che merita “la più ferma e risoluta opposizione di chi vuole preservare i diritti della famiglia”. L’appello del cardinale è di aprile, contro “una visione dell’uomo che erode e devasta i fondamentali della persona”. La persona “è in pericolo, poiché si stanno ridefinendo artificialmente i vissuti umani fondamentali: il rapporto uomo-donna; la maternità e la paternità; la dignità e i diritti del bambino”, scardinando “millenni di civiltà”.