14 settembre – Il britannico David Haines, rapito circa un anno fa in Siria, sarebbe stato decapitato dall’Isis. Lo annuncia il gruppo rilasciando un nuovo filmato con le immagini dell’uccisione. Proprio nelle ultime ore la famiglia di Haines aveva lanciato un appello ai rapitori chiedendo che si mettessero in contatto con loro quanto prima. I terroristi minacciano ora di uccidere l’ostaggio inglese Alan Henning.
L’Isis, nel rivendicare la responsabilità dell’esecuzione del cooperante scozzese, ha sottolineato che si tratta di una rappresaglia per l’ingresso del Regno Unito nella coalizione per combattere il gruppo estremista jihadista. Si tratta del terzo ostaggio decapitato in un mese, dopo i due giornalisti americani tenuti in ostaggio in Siria, Steven Sotloff e James Foley.
Nel video che annuncia la decapitazione di Haines, l’Isis minaccia di decapitare un altro ostaggio britannico, Alan Hennig.
Il video si intitola “Un messaggio agli alleati dell’America” ed e’ simile ai precedenti filmati che hanno resa nota la decapitazione degli ostaggi americani James Foley e David Sotloff, riferisce Site, precisando che ha la durata di due minuti e 27 secondi. Il boia, sembra lo stesso e si rivolge al premier britannico, ammonendolo che la sua alleanza con gli Usa trascinerà la Gran Bretagna in una “nuova sanguinosa guerra che non potrete vincere”.
ISIS IN SIRIA
Scrive il corriere
David Haines, preso dall’Isis nel marzo del 2013, lavorava nelle organizzazioni umanitarie dal 1999 ed era alla sua prima missione in Siria con una Ong francese, Acted, come responsabile della logistica nel campo profughi di Atmeh, vicino al confine con la Turchia. Era un cooperante esperto nella sicurezza delle Ong, un ex militare che nella sua carriera si era speso per aiutare i musulmani, soprattutto quelli della Croazia. Un suo ex collega aveva raccontato al Telegraph solo una settimana fa che Haines era considerato come una sorta di eroe per la sua disponibilità e il suo impegno, e per lui era stato coniato l’ironico soprannome di «scozzese matto».
Era stato nella ex Jugoslavia dal 1999 al 2004, lavorando alla ricostruzione delle comunità distrutte dalla guerra civile. «Aiutava tutti, i serbi, i croati, i musulmani. Voleva solo migliorare le loro vite. Mi ha molto sorpreso quando ho saputo che l’avevano rapito dopo quello che ha fatto per i musulmani», aveva detto il suo ex collega. Nella sua carriera al servizio delle ong, il 44enne Haines era stato in molti Paesi segnati da conflitti, come la Libia e il Sud Sudan. Prima di scegliere questa strada era stato un militare al servizio di Sua Maestà per 12 anni. La vita avventurosa non gli aveva impedito di mettere su famiglia: lascia una moglie e due figlie, di 17 e 4 anni. I suoi cari, che proprio venerdì avevano lanciato un appello all’Isis per un contatto, vivevano da mesi nel terrore di ricevere la notizia della sua esecuzione. Ancor di più dopo gli annunci delle decapitazioni dei due giornalisti Usa, Steven Sotloff e James Foley.