10 settembre – La “Open society” di George Soros (Controversial Funding Source) piazza la bandierina al centro del Mediterraneo e punta a diventare la struttura protagonista per le gestione delle politiche migratorie che passano da e per Lampedusa. La fondazione creata dal miliardario statunitense di origini ungherese ha presentato, alla fine di luglio, un documento per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’amministrazione comunale dell’isola, guidata da Giusy Nicolini.
Il progetto è stato approvato dal comune alla fine di agosto ed ora gli uffici comunali si accingono a definire i punti di una collaborazione che legherà, almeno in una prima fase, l’isola di Lampedusa alla Open Society per i prossimi sei mesi. Così, dopo aver ammesso il proprio intervento a favore dei nazionalisti ucraini (Soros: “e’ VERO, ho finanziato il colpo di stato in Ucraina”), le fondazioni di Soros ora passano ad occuparsi di politiche migratorie.
In che cosa consiste questo accordo per Lampedusa? Per l’organizzazione di Soros, Lampedusa rappresenta un “alleato per il raggiungimento di obiettivi come la lotta alla discriminazioni razziali e la diffusione dell’accoglienza”. Per questa ragione, lo staff europeo del mecenate statunitense ha deciso di “contribuire al potenziamento delle capacità esecutive del Comune di Lampedusa, favorendo così la popolazione ed i suoi ospiti”.
In realtà sta accadendo esattamente il contrario
Il sindaco Nicolini ha deciso di accettare la mano della Open Society (Le 10 ragioni per cui Soros è dannoso) perché, come si legge nel documento che ratifica l’alleanza con la ong internazionale, “il comune di Lampedusa opera in uno stato emergenziale cronico e l’impegno per nuove opportunità di sviluppo del territorio necessiteranno di forza lavoro e competenze da affiancare all’attuale staff”. In pratica, con le sole forze interne all’amministrazione, le attività collegate all’accoglienza sarebbero prossime al collasso.
Open society, nel presentare la proposta di collaborazione segna anche il possibile perimetro del suo intervento, garantendo – a costo zero per il comune di Lampedusa – del personale che svilupperà progetti in ambito “culturale, umanitario” e raccogliere e gestire “offerte di solidarietà” a favore della piccola isola, diventata simbolo delle rotte migratorie tra l’Africa e l’Europa.
Un primo step di collaborazione, seppur in forma indiretta, è già ai nastri di partenza: si tratta del festival internazionale Sabir, previsto ai primi di ottobre Rai e Presidenza del Consiglio: Festival multiculturale a Lampedusa
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Gran cosa il piano kalergi, vero soros ?
Per chi non l’avesse ancora capito, quest’invasione di africani è ed è stata organizzata dai “poteri forti”: da gente come soros e dai loro leccapiedi politicanti.