4 sett – Milano – Una gita didattica diventa un affronto culturale. Anzi un’offesa ai musulmani. Mentre si continua a invocare, se non pretendere, tolleranza per gli islamici che si trasferiscono in Italia, loro si offendono perché un’associazione animalista chiede alle istituzioni di inserire nei programmi scolastici una visita alle fattorie didattiche e ai canili. E non solo: intimano di non portare i propri figli in questi luoghi sacrileghi, dove i pargoli potrebbero venire a contatto con maiali e cani. Entrambi gli animali sono infatti considerati impuri: ad esempio, chi tocca quello che in Italia è considerato «il miglior amico dell’uomo» è poi costretto a lavarsi diverse volte.
L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente, tramite il suo blog, ha lanciato un appello «al ministro dell’Istruzione, agli assessori regionali alla Scuola e agli assessori comunali alla Pubblica istruzione. Oltre ovviamente ai provveditori regionali delle scuole ed ai presidi affinché nel programma scolastico vengano inserite almeno due visite in una fattoria didattica e in un canile o rifugio in modo che si possa introdurre il rispetto per la vita ed i diritti degli animali nella cultura scolastica italiana». Non l’avessero mai fatto: «Due giorni fa mi sono arrivate delle lettere di madri islamiche che mi intimavano di non portare i loro figli nelle fattorie didattiche o nei canili – racconta esterrefatto Lorenzo Croce, presidente dell’associazione – e questo perché cani e maiali sono impuri secondo la loro religione: noi però come non accettiamo che i maiali vengano portati in giro per provocazione, non accettiamo nemmeno questo».
Croce, in accordo con tutti i responsabili dell’associazione, ha intenzione di lanciare una campagna per far scoprire il buono dei maiali e il bello dei cani: «Vogliamo che tutti i bambini, compresi quelli musulmani, possano conoscere tutti gli animali – spiega Croce – ma come siamo contrari al cibo halal perché gli animali non vanno sgozzati, così dobbiamo impegnarci anche in questa battaglia di principio e invitiamo tutti i musulmani che sono contrari a discuterne con noi». […]