26 agosto – Il rischio terrorismo potrebbe correre sul filo degli sbarchi in Sicilia. Con le migliaia di immigrati disperati che ogni giorno arrivano sulle coste siciliane, infatti, ci sarebbe il concreto rischio di terroristi siriani infiltrati, che approfittano delle maglie larghe connesse all’Operazione Mare Nostrum per entrare indisturbati nel nostro Paese.
E una volta qui, preparare azioni terroristiche, attività di reclutamento o semplicemente far perdere le proprie tracce. La notizia era nell’aria, ma il rischio viene sottolineato oggi nero su bianco dal Corriere della Sera, in un lungo articolo sui fondamentalisti presenti nel nostro Paese. La Sicilia colabrodo, dunque, potrebbe costituire un facile varco d’ingresso per i terroristi dell’Isis, confusi tra la folla dei migranti.
Per non parlare di quelli già presenti.Molti sono italiani, altri sono invece immigrati di seconda generazione. Sono duecento e vivono tutti in Italia. Sarebbero stati addestrati nei campi paramilitari in Afghanistan, in Pakistan e in Iraq e adesso sono rientrati in Italia, dove conducono apparentemente una vita normale, senza dare particolarmente nell’occhio.
—- ECCO I NOMI DEI JIHADISTI DI CASA NOSTRA —–
Sono i terroristi islamici di casa nostra, per la maggior parte italiani, addestrati militarmente nelle fila degli integralisti, che avrebbero il ruolo di agire per il reclutamento nel nostro Paese. A rivelarlo sono fonti dell’Intelligence italiana, che sta da tempo puntando le proprie lenti di ingrandimento su questi soggetti, anche per prevenire eventuali attentati dentro casa nostra.
Che non sia uno scherzo è dimostrato dal fatto che in queste ultime settimane anche in Italia si è alzato il livello di allerta e di controllo sui cosiddetti obiettivi sensibili. Ambasciate, aeroporti, stazioni, luoghi di culto e altri che potrebbero essere presi di mira dal terrorismo, specie dopo la consegna delle armi dall’Italia ai Curdi (non ancora arrivate a destinazione), proprio per combattere i terroristi del Califfato islamico.
E non è tutto, perché sarebbero invece una cinquantina gli italiani già partiti per Siria e Iraq, che si sarebbero uniti alle milizie jiahidiste dell’Isis, i tagliatori di teste, per intenderci, che impongono la severa legge islamica assassinando tutti coloro che ritengono infedeli o apostati. La notizia più eclatante, qualche tempo fa, è stata quella di un 25enne di Genova, morto fra i miliziani dell’Isis in Siria, mentre combatteva per l’Islam più integralista. Gli italiani partiti per la Jihad proverrebbero soprattutto dal Nord Italia.
Le preoccupazioni vengono confermate, poi, anche dal direttore dell’Ufficio Anti terrorismo, Lamberto Giannini, in un’intervista resa a Rai News 24, che sottolinea come insieme a persone che hanno già combattuto su altri fronti (come quello afghano), il contagio fondamentalista stia coinvolgendo anche giovani, spesso incitati grazie al web e convertitisi all’Islam in modo rapido e improvviso.
di Alberto Samonà – resarepubblica
Hanno scoperto l’America, però continuano ad accoglierli, anzi vogliono addirittura che mare nostrum diventi un’iniziativa europea, che venga quindi potenziato. Piu sc..i di così si muore !