25 agosto – Ragusa – Protestano. In questi giorni, come anche prima dell’estate e prima ancora, in inverno. Interi gruppi di immigrati ospiti nelle strutture d’accoglienza sparse per l’Italia arricciano il naso.
Lamentano ora la qualità o la tipologia del cibo, ora le condizioni ritenute inidonee in cui si trovano a vivere, poi l’orario visto che per il Ramadan vogliono mangiare di notte. Protestano per il ritardo nel disbrigo delle pratiche e il rilascio dei documenti (dato che i tempi della burocrazia superano quelli previsti dalla legge) e ora ci mancava soltanto questo all’appello per la presenza di zanzare nella struttura in cui sono ospitati. Protagonisti sono 22 minorenni del Mali, Gambia e Nigeria che, stanchi di essere ospitati dalla cooperativa «La forza della vita» a Ispica, in provincia di Ragusa, sono usciti dalla struttura per recarsi in caserma e denunciare ai carabinieri le condizioni in cui vivono e il ritardo nel rilascio dello status di rifugiati politici.
«Ci sono le zanzare» hanno detto e avrebbero denunciato anche la presenza di zecche. Poi per protesta sono andati a piedi sotto il sole cocente dalla caserma di Ispica fino a Modica scortati da polizia e carabinieri. «Mostravano le punture delle zanzare dice un rappresentante delle forze dell’ordine – Gli ho mostrato le mie. Mal comune mezzo gaudio. Del resto siamo in estate e non è raro fare incontri ravvicinati con questi insetti». La giornata è stata lunga. Ci sono voluti due mediatori culturali e, alle 22, i ragazzi hanno fatto rientro al centro scortati da una volante. Gli è stata promessa un’accelerazione nel rilascio dei documenti e chissà, magari pure la disinfestazione.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha di recente assicurato il raddoppio del numero delle commissioni. Ma intanto si protesta. I 22 giovani avevano già fatto sentire la loro voce quando da Augusta, primo centro che li ha ospitati, erano arrivati a Caltagirone. Si erano barricati nella struttura, chiedendo documenti e pasti caldi di notte quando per il Ramadan è concesso nutrirsi.
Solo qualche giorno fa 47 immigrati trasferiti in pullman a Sadali, tra Cagliari e Nuoro, si sono barricati nel bus perché non gradivano la destinazione finale: l’hotel Janas Village a 3 stelle non faceva per loro. E vai con la protesta racimolando cassonetti per l’immondizia e qualche fiammifero per un bel falò notturno per riscaldarsi.
«Tornate al vostro Paese insieme a chi vi ha fatto arrivare» ha tuonato il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che ha replicato l’invito agli «ospiti» dell’hotel a 3 stelle Bellevue di Cosio, in Valtellina, che giorni fa hanno protestato per il menù. «Vogliono gli spaghetti al pomodoro scrive il leghista su Facebook – Ma andate a farvi benedire con chi vi ha fatto arrivare. Così potrete mangiare quello che vi piace».
Se l’Italia è nota per il buon cibo, non la pensavano così gli «ospiti» di una struttura alberghiera di Triscina, in Sicilia, che ad aprile erano scesi in strada con tanto di striscioni in cui si denunciava la distribuzione di modiche porzioni e, quelle stesse, non molto buone né adeguate alle loro abitudini. A dicembre, addirittura, per protesta sulla qualità del cibo era stato allagato il Cie di Bari.
Valentina Raffa per il giornale