25 ago 2014 – Gli Stati Uniti non possono combattere da soli lo Stato islamico (Is, o Isil). Lo sostiene il New York Times in un editoriale pubblicato oggi. Per sconfiggere il gruppo estremista, scrive il giornale americano, occorre “una risposta organizzata, di lungo termine, che coinvolga una larga coalizione di Paesi, inclusi quelli musulmani, e che affronti non solo la minaccia militare ma anche questioni religiose e politiche”.
Dopo aver sottolineato la serieta’ del pericolo rappresentato dal Califfato che si sta espandendo in Iraq e Siria, responsabile di centinaia di morti, della persecuzione di cristiani, yazidi e, piu’ recentemente, della decapitazione del giornalista americano James Foley, il Times sostiene che coloro che stanno pagando il “prezzo maggiore” dell’estremismo sono proprio i musulmani. “Le prospettive di sconfiggere l’Is potrebbero aumentare di gran lunga se altre nazioni musulmane lo vedessero per la minaccia che rappresenta”. Ma finora ne’ il presidente americano Barack Obama ne’ i suoi alleati “hanno sviluppato una visione coerente” per realizzare uno sforzo comune.
“La risposta a questa crisi immediata e’ stata prudente”, prosegue il Times, che suggerisce la creazione di “una forza militare regionale, inclusiva dell’aiuto del Consiglio di Cooperazione degli Stati arabi del Golfo e della Turchia”. “Non importa quanti attacchi aerei saranno portati avanti”, conclude il giornale. “Questi estremisti non saranno mai sconfitti se i musulmani stessi non ne faranno la loro priorita’.” asca