23 agosto – – Disposti a morire per Allah, si sono arruolati e sono partiti dall’Italia per andare a combattere la guerra santa in Siria e in Iraq. Altri sperano di farlo in futuro. Perché vogliono imporre la “sharia” e costituire un grande califfato mondiale capeggiato e protetto dai guerriglieri di Al Qaeda. Sono i jihadisti italiani.
L’allarme era già stato lanciato dal ministro degli Esteri Federica Mogherini: l’Italia non può ritenersi immune dal rischio di attentati terroristici inoltrati dai miliziani dello Stato islamico. Una minaccia reale, alla luce anche del gran numero di connazionali che avrebbero deciso di entrare a far parte di cellule jihadiste vicine all’Isis. Stando a quanto rivelato da Repubblica, in particolare, sarebbero quaranta i nostri connazionali partiti verso i fronti siriano e iracheno per vestire i panni dei mujaheddin.
IL JIHADISTA DELLA PORTA ACCANTO – Sono soggetti che vengono monitorati dall’intelligence nel timore che possano, una volta addestrati e di ritorno dal Medio Oriente, mettere in atto attività ostili contro il nostro Paese. Con il sì delle Camere alle armi ai curdi, inoltre, l’Italia è ancor più nel mirino dei terroristi. La probabilità di un attentato – secondo i nostri servizi – è altissima. Per questo è stata posta particolare attenzione sul ritratto del ‘jihadista della porta accanto’. Che avrebbe a il profilo di un uomo (ma le donne sono il 16%) fra i 16 e i 28 anni d’età, musulmano (si arruolano, però, anche cattolici) spesso convertito, mosso da un malvagio idealismo o da un profondo malessere esistenziale.
I NUMERI IN EUROPA E NEL MONDO – In Francia sono almeno settecento, indottrinati su Internet dai predicatori dell’Islam jihadista. Giovani spesso poco integrati, molti di loro fanno parte della seconda o terza generazione di immigrati. Almeno 400 sarebbero, invece, i militanti provenienti dalla Gran Bretagna (ma c’è chi dice sono almeno 1500) e dalla Turchia, più di 250 quelli di Germania e Belgio, oltre un centinaio per Olanda e Danimarca. Quasi la stessa cifra in America.
Tutti quanti, sommati ai combattenti stranieri affluiti nel Vicino Oriente dai quattro angoli del mondo (83 Paesi in totale) rappresentano un terzo dell’esercito jihadista addestrato alla violenza. Numeri, a detta dell’intelligence, destinati a moltiplicarsi in misura esponenziale. Ad aprile l’antiterrorismo Ue ha stimato che almeno duemila combattenti si sono recati in Siria dai ventotto Stati Ue: una cifra quadruplicata rispetto ai 500 dell’anno precedente. I servizi americani stimano poi oltre settemila jihadisti in partenza.“
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