21 ago. – Il nodo della crisi ucraina resta da sempre il gas russo, come nelle precedenti crisi del 2006 e del 2009.
Oggi e’ tornato a farsi vivo il colosso energetico russo Gazprom ricordando le implicazioni di una mossa minacciata da Kiev, passata quasi in silenzio in Occidente: la possibilita’ che il governo ucraino blocchi il transito di gas per l’Europa interrompendo il flusso dei gasdotti che attraversano il Paese.
Nei giorni scorsi il Parlamento di Kiev ha approvato una legge che autorizza il governo ad adottare sanzioni contro la Russia, tra cui fermare il transito del gas, che rappresenta il 30% del fabbisogno europeo Gazprom ha anche ricordato di aver gia’ effettuato un pagamento addizionale (10 milioni di dollari) a luglio alla societa’ ucraina Naftogaz per il transito del gas.
Restano invece fermi i rifornimenti per l’Ucraina perche’ Kiev non ha mai saldato il suo debito progresso, che secondo Gazprom ammonta ora a 5 miliardi di dollari, ne’ ha effettuato pagamenti anticipati per le forniture a partire da giugno, come chiesto da Mosca. (AGI) .